Una “Luna di miele” tra zucchero e malinconia

Il pop di Maria Antonietta e Colombre racconta la coppia partendo dalla gioia quotidiana.

Recensione del 24 set 2025 a cura di Claudio Cabona

Voto 7/10

Le atmosfere della riviera adriatica, i luoghi in cui Maria Antonietta e Colombre hanno coltivato il loro amore, sono il set naturale di “Luna di miele”, il loro primo album insieme che suggella, come ci hanno raccontato nella prima intervista anticipatrice di questo progetto, una collaborazione artistica che va avanti da tempo. Tra gelati che si sciolgono, ombrelloni, spiagge dorate, tramonti struggenti, primi appuntamenti, baci rubati, hotel, incomprensioni, progetti, cinema all’aperto e quella strana malinconia che si respira in zone fittissime di persone in estate e quasi desertiche d’inverno, i due cantautori raccontano la quotidianità dell’amore. Il scegliersi tutti i giorni. E lo fanno con un pop cantautorale e retrò, zuccheroso e in più tratti ironico, ma mai superficiale.

È come lo zucchero filato del luna park, dolce, ma in età adulta anche metaforicamente amaro perché ci ricorda il tempo che passa. Il disco nasce da un “ritrovamento sentimentale”: alcune bozze di canzoni scritte parecchi anni fa, nei primissimi momenti in cui i due si erano conosciuti. Erano archiviate in un hard drive dimenticato, in una cassettiera. Da quelle bozze si è partiti per costruire un progetto nuovo, che mescola quelle tracce “antiche” con brani scritti adesso. Anche questa macchina del tempo contribuisce a rendere affascinante l’album. Le canzoni raccontano un amore felice, ma non edulcorato: c’è la luce quotidiana, ma anche le ombre, gli sbalzi d’umore, i vuoti. Ci sono l’introspezione e il gioco. A livello sonoro si passa da pezzi pop con echi anni ’60 a un pop-rock più orientato ai ’90. “A te” è un’apertura intima, quasi una dedica sussurrata. Sembra un invito a entrare nel loro mondo, “Falafel” è più energica, buffa e notturna, “Gomma americana” un manifesto della leggerezza che tiene per mano la malinconia, un po’ come “Chantilly”, “Gelato con la panna” è giocosa, “Sui tetti come i gatti” è per chi vuole stare fuori dal mondo almeno per un po’, “Velluto blu” è una chiusura sospesa, profonda.

Un aspetto da sottolineare: le identità artistiche dei due si fondono. Non è “lei che canta la sua parte, lui che canta la sua parte”, ma una sorta di voce comune che sviscera ricordi e momenti disseminati lungo questa storia d’amore. L’effetto Al Bano e Romina o Coma_Cose è scongiurato, Maria Antonietta e Colombre si raccontano a loro modo, senza filtri, con una loro precisa visione, mettendo in luce una bella scrittura capace di fotografare diversi stati d’animo. “Luna di miele” è un album che sembra non prendersi troppo sul serio, ma che in realtà è curato e intelligente. È una corsa sulla spiaggia, con il sorriso e i piedi che scottano, al cui termine ci sono onde fresche di un mare frizzante e settembrino, che non illude e non dimentica.

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