Finn Wolfhard rende pop Elliot Smith e Daniel Johnston

La star di "Stranger Things" pubblica il suo primo album da solista. E spiazza, tra indie e rock.

Recensione del 31 lug 2025 a cura di Mattia Marzi

Voto 7.5/10

Un suono dolce che sembra quello di un carillon fa da sfondo a una una voce distorta che recita a mo' di mantra, con un tono nostalgico: «Happy birthday». Sembra l’inizio di un disco di Elliot Smith, cantautore di culto della scena indie rock statunitense, scomparso a soli 34 anni nel 2003. Invece è l’inizio, spiazzante, del nuovo disco di Finn Wolfhard. In attesa che arrivi su Netflix la nuova, l’ultima, stagione di “Stranger Things”, la serie che lo ha consacrato come una delle star dello show biz della sua generazione, l’attore e cantautore spedisce nei negozi un nuovo album. “Happy birthday” è il primo disco in cui il suo nome compare sulla copertina, archiviate le band adolescenziali degli Aubreys e dei Calpurnia: «Volevo che suonasse il più autentico possibile e un amico mi ha detto: “Se vuoi che la gente lo percepisca come più autentico, nascondersi dietro il nome di una band forse non lo renderà così personale e sarà più difficile entrare in sintonia con il progetto”».

“Happy birthday” è un progetto intrigante, che proietta Wolhard in un ruolo che nessuno si aspetta da lui: quello del nerd della musica. Subito dopo la sua uscita il disco è stato oggetto di numerose discussioni su forum dedicati al cantautorato rock indipendente statunitense degli Anni ’90 e Duemila, di cui recupera in maniera appassionata e appassionante le sonorità e le atmosfere. Facendo scelte decisamente poco modaiole. Oltre alle produzioni di Elliot Smith, i brani strizzano l’occhio a un altro musicista di culto di quel circuito come Daniel Johnston. Lo fanno con sound indie rock intimo e nostalgico, che guarda al passato ma con sensibilità moderna. Il disco è stato «scritto durante un anno di riflessione interiore» e le canzoni che lo compongono sono state «registrate quasi interamente su un registratore a quattro tracce nel tentativo di mantenere il suono il più crudo possibile», prima di essere prodotte da Kai Slater, 20enne nerd di Chicago considerato il nuovo mini-guru della scena post-rock statunitense. Wolhard non sente l’esigenza di soddisfare altre aspettative se non le sue: «Firmare per una major o incidere un disco pop non è qualcosa che mi interessa. Probabilmente avrei potuto farlo se avessi voluto, avrei potuto fare un disco pop super-prodotto. Se avessi voluto seguire quella strada, avrei potuto esplorarla, ma sono più interessato a fare cose che mi piacciono e che trovo interessanti».

La produzione di Kai Slater è senza fronzoli, grezza, spigolosa. È volutamente così: «Quando ascolto la musica, se riesco a immaginare il musicista che la registra mi sento più connesso ad essa. L'imperfezione e cose del genere mi fanno sentire molto più vicino al musicista e alla musica. Perché riesco a immaginare quella piccola scena in cui sbagliano una parte di basso e pensano: “Sai cosa? Andiamo avanti”. Questo rende il tutto ancora più umano e comprensibile. Queste canzoni, per me, erano frammentarie e divertenti. Uno dei motivi per cui le ho registrate su cassetta è che volevo che suonassero un po' imperfette, e a volte bisogna accettare gli errori». Occhio, che il ragazzo ha talento (e idee) da vendere. 

Tracklist

01. Happy Birthday (01:31)
02. Choose the latter (02:42)
03. Eat (01:47)
04. Objection! (02:49)
05. Everytown there's a darling (01:58)
06. Trailers after dark (03:18)
07. Crown (04:34)
08. You (02:16)
09. Wait (03:44)

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