Il “decrescere” di cui parla Rkomi, il suo “tornare indietro”, facendo musica e lasciandosi trascinare in modo genuino dalle cose, togliendo le sovrastrutture, ha il sapore di una rincorsa. Una rincorsa per spiccare un volo verso l’alto dopo alcuni anni, tra X Factor, in cui ha vestito i panni di giudice, il joint album con Irama e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2022 e nel 2025, dove non tutto è andato per il verso giusto. Dopo il picco del 2021 con il pluripremiato “Taxi driver” è partita una discesa in cui non sempre, a livello di sound e di identità, il pubblico ha capito le scelte dell’artista.
Ma con “decrescendo.” si inverte la rotta: torna una qualità musicale che coincide con un racconto personale onesto, cristallino, sofferto, lucente. È il suo disco più intimo e senz’altro uno dei più autentici. Nella nostra intervista (leggi qui), la voce di Calvairate parla di un “bungee jumping”, una metafora più che efficace per raccontare il tuffo negli abissi con annessa risalita grazie all’effetto dell’elastico. Questo lavoro discografico, che si fonda a larghi tratti su un’elettronica ben calibrata, richiede attenzione, lettura dei testi, immersione. Ci sono pochissime chitarre, Rkomi rocker lascia più spazio a un parlato-rappato ricco e disteso su tappeti pop-elettronici, per l’appunto, funzionali al racconto. Se la musica di Rkomi è in costante evoluzione in termini di forma, punti fermi sono i compagni di viaggio che ha voluto con sé. Siamo abituati a chiamarli “Generazione 2016”, ma in realtà si tratta innanzitutto di un gruppo di amici cresciuti insieme. Con Tedua, suo ex coinquilino, ricorda i giorni da emergenti in “Vent’anni”, con Bresh ripercorre i “Brutti ricordi”, “Orfani” con Izi è un inno ai legami che si rinsaldano anche in mezzo alla competizione di un business complicato.
“Vorrei” con Ernia descrive un periodo in cui tutto era più semplice, mentre Lazza spunta in “Non c’è amore”, un viaggio attraverso i sentimenti. Spazio anche a Nayt: “10 secondi” è una ballad struggente costruita sul pianoforte che sottolinea l’importanza di ritagliarsi qualche attimo di pace in mezzo alla confusione. Ogni canzone sembra una lettera: “Oh Gio”, uno dei brani più privati del disco, lo è, ed è rivolta a un amico di vecchia data. L’ultimo brano, “Così piccoli”, esattamente come “L’ultima infedeltà”, parla di famiglia, in modo diretto, senza spigoli o mediazioni. Rkomi è tornato: “decrescendo.” è il suo punto e a capo, ma è anche il suo nuovo punto di partenza.
TRACKLIST
1. l'ultima infedeltà.
2. dirti no.
3. non c'è amore. (con Lazza)
4. senza di te.
5. vorrei. (con Ernia)
6. apnea da un po'.
7. vent'anni. (con Tedua)
8. interferenze.
9. veleno. (con Ernia)
10. interludio.
11. 10 secondi. (con Nayt)
12. oh gio.
13. brutti ricordi. (con Bresh)
14. promessa.
15. orfani. (con Izi)
16. solo gli amanti sopravvivono.
17. il ritmo delle cose.
18. così piccoli.