Nel passaggio dalla romantica “Nero mascara” a “Okkey!!!” c’è molto di quello che oggi sono i Bnkr44: un mix tra un indie pop, che parla di sentimenti e problemi generazionali, e lo fa con uno stile di scrittura interessante, e un pop-punk alla Blanco e alla Naska, con un’attitudine più dirompente. Anche sul fronte musicale ci sono diverse variazioni: si passa da pezzi più scarnificati ad altri più elettronici e ad altri ancora più strumentali. Sembra un grande mash up di stili che oggi in qualche modo hanno già avuto la loro consacrazione. La band di Villanova di questa eterogeneità, negli anni, ha fatto bandiera, ma ascoltando il loro ultimo album, composto da ben diciassette canzoni, di cui alcune già note come il bel rifacimento di “Ma che idea” con il compianto Pino D'Angiò, o “Governo punk” con cui hanno partecipato all’edizione 2024 del Festival di Sanremo, si ha la sensazione di perdersi un po’, di non trovare un vero collante tra le varie anime o un marchio di fabbrica davvero speciale.
“Si chiama ‘Tocca il cielo’ perché è un’azione metaforica di chi aspira a salire sempre più in alto, a conquistare gli obiettivi che tutti noi ci siamo dati durante il nostro percorso. Il 2024 è stato un grande anno per noi, in cui abbiamo avuto successi e conquiste, ma siamo determinati a fare sempre meglio e raggiungere nuove vette. Per noi stessi e per i nostri fan. Dall’altro lato volevamo anche raccontare l’illusione del toccare il punto più alto. Spesso quando ci si arriva, ci si accorge che non è tutto oro quel che luccica – ha raccontato la band - è stato un lungo viaggio, abbiamo scritto tanto, anche troppo. Non è stato facile in questi due anni scegliere quali canzoni inserire nel progetto. Ci siamo amati, ci siamo divertiti, abbiamo litigato e ci siamo odiati, ma non siamo mai stati così uniti. Abbiamo esplorato e creato a casa, a Milano, in Corea, in Francia e al mare, prima di tornare nella nostra Villanova. Siamo contenti di condividere questo nuovo viaggio con tutti, non toccheremo il cielo solo per poterlo dire”. Nel disco ci sono delle fiammate interessanti, una di queste dal punto di vista lirico è senz’altro il singolone “Capolavoro”, ma è un po’ tutto “già sentito”.
Dei Bnkr44 ci piacciono l’attitudine sul palco, il legame con le proprie radici, la voglia di divertirsi e di far divertire, il modo giocoso e limpido con cui si approcciano alla musica e lo stile di scrittura. Parlano di fallimenti, rinascite, di libertà e amore in una maniera totalmente diversa dalla retorica della musica Milano-centrica. E per questo piacciono a tante ragazze e ragazzi di nuova generazione. Sono, a loro, modo una sorta di “alternativa”. Ma sarebbe interessante riuscissero a imporre di più una precisa e identitaria visione alla musica che fanno, invece di pattinare su vari territori, perché cercare di essere un po’ tutto, dopo diversi album, rischia di portare a essere un po’ niente.