I fan di Bob Mould e degli Hüsker Dü si conoscono per nome: a scriverne e parlarne siamo più o meno sempre gli stessi e anche la sua musica è più o meno sempre la stessa. Grandi chitarre e grandi melodie. Fa dischi seriali, fatti di ripetizione e variazioni sul tema, nel senso migliore del termine: le sue canzoni hanno qualcosa che è fuori dal tempo per come mettono assieme gli stessi elementi di sempre. I Beatles, ma con le chitarre distorte e ad altissimo volume, come mi ha raccontato quando l’ho intervistato per parlare di "Here We Go Crazy" e della sua leggendaria carriera.
No, questo aggettivo non è abusato, ma meritato. In quell’intervista, in cui abbiamo ricostruito la sua storia attraverso le sue canzoni, mi ha raccontato un aneddoto che non ricordavo. Mould doveva produrre quello che sarebbe diventato "Nevermind", poi la scelta finale fu diversa. Tutto questo per sottolineare l’importanza che gli Hüsker Dü hanno avuto: anni dopo, Dave Grohl lo avrebbe chiamato a collaborare con i Foo Fighters e se lo sarebbe portato in tour.
"Here We Go Crazy" è un disco classico, che ripropone la formula di Mould: è meno feroce e politico di "Blue Hearts" (2020), sia nel suono che nei temi. La formula è sempre quella del power trio (con Jon Wurster alla batteria e Jason Narducy al basso), ma si passa dai mid-tempo come la title track ai suoni acustici di "Lost or Stolen" fino alla conclusiva "Your Side", che parte come una ballata e si apre in un pezzo rock uscito dagli anni ’80 o ’90.
Se il mondo collassa voglio stare a fianco a te, canta Mould, che racconta squarci di luce in questi tempi bui (come mostra la copertina) attraverso le relazioni personali.
È un disco che non dice nulla di nuovo, ma lo dice in maniera essenziale: 11 brani, 31 minuti, nulla di superfluo, ogni cosa al posto giusto, dai suoni alle linee melodiche. Dopo cinque anni, un ritorno rassicurante e una possibilità di (ri)scoperta per chi ancora non lo conosce. Poi, se volete approfondire, qua c’è una playlist commentata da lui stesso con le sue canzoni più belle.