Dai centri sociali al Festival di Sanremo. Dagli scatti intimi o spettinati raffigurati sulle cover dell’ep “Inverno ticinese”, che contiene i gioielli “Anima lattina” e “Pakistan”, e del primo disco “Hype Aura” del 2019, al gattino iper-pop e rosa di “Vita fusa”, il loro nuovo album, in uscita oggi, 7 marzo. Da brani stratificati, con diverse chiavi di lettura, arrangiamenti particolari e giochi di parole, alla canzone-meme che si appiccica in testa come le lumache cerebrali di Futurama. Dall’essere alternativi al pop mainstream al tentare di nuotarci dentro, a proprio modo, ma il mare è quello. La parabola dei Coma_Cose, in questi dieci anni di carriera, è quella di un duo che ha cambiato pelle e la cui trasformazione è fotografata, in modo definitivo, nel loro quinto album, quel “Vita fusa”, per l’appunto, che contiene anche “Cuoricini”, il brano-tormentone presentato all’ultima edizione del Festival di Sanremo. Il progetto chiude una sorta di cerchio e di racconto personale.
“Vita fusa” è un album senza spigoli, che si fonda su alcune linee precise che vanno dal brano catchy e ripetitivo - in questo filone rientrano la più ritmata “Malavita” e la più malinconica “Posti vuoti" - a ballate lineari, con ritornelli più o meno riusciti. In “Quando ti ho conosciuto”, il pezzo di apertura, i due hanno l’ambizione di far convivere nello stesso battito di ciglia frasi come “contro i pusher di speranze, contro i down delle sostanze, le classifiche dei dischi in cui muoiono gli artisti” e “quindi se per il weekend tu non hai altri programmi ti va per caso di sposarmi”. Un po’ troppo. “Due gatti a Milano”, con le due voci che si mischiano, parla di solitudine mentre “Canzone Chill”, prima di diventare un’altra ballad, ha un inizio storto che riporta ai primi Coma_Cose, è un salto nel tempo che dura troppo poco. "Honolulu" è una lettera strampalata a un amico in grande difficoltà: "Hey bro ma dove vai tu mi hai risposto, hey bro vado alle Hawaii ma non pensavo che stavi seriamente per andare ad Honolulu avevo capito affanculo e scusa tanto bro”. “Salici” parte chitarra e voce e quasi si contrappone al sound rock anni ’90 di “Goodbye”.
“Vita fusa” è un album dritto, che non ha particolari curve: lungo la strada non sorprende. È costruito con una cura precisa di molti aspetti, ma sempre su dei binari. È un disco che punta sulla semplificazione, lasciando però indietro tutta una serie di lati interessanti e magici dei Coma_Cose che con “Un meraviglioso modo di incontrarsi” del 2023 avevano trovato la sintesi perfetta tra chi erano e chi avrebbero potuto essere, portando a compimento la loro maturazione sia nei testi che negli arrangiamenti. Eppure in passato le idee non sono mancate: “Mancarsi”, uscito sei anni fa, è un brano pop, con un ritornellone, ma anche con un’idea testuale, compositiva e lirica. Stesso discorso vale per “Fiamme negli occhi”, un pezzo presentato a Sanremo nel 2021, che ha subito svettato per costruzione e interpretazione, offrendo una visione particolare di quella che è la canzone d’autore italiana, in quel caso filtrata dal duo. "Vita fusa” è un disco che sceglie di rinunciare a una reale visione “diversa” e “alternativa”, preferendo seguire strade più sicure (ma anche più conosciute).