"Did you figure me out? / Who's the mystery now?" canta in “Lotus Eaters” la canzone che chiude questo “For Cryin' Out Loud!”. Naturalmente Finneas Baird O'Connell non è un mistero. Conosciuto come il "fratello di Billie Eilish" e in gran parte responsabile del loro successo globale, prova ora anche con i suoi lavori da solista di volare sopra il radar.
“For Cryin' Out Loud!” è il secondo album dopo “Optimist” del 2021, disco piuttosto sperimentale e poco centrato. Questa volta a livello sonoro il suo pop è un po' più adulto, morbido e caldo nel complesso, meno synth e più strumenti classici e una bella sezione di ottoni (come ad esempio nella title track).
Buone canzoni ma senza il kick
L'iniziale "Starfucker" sembra uscito dalla stessa sessione di scrittura di “my future” della sorella; "Cleats" parte con un basso funky che vorrebbe essere "Lunch" e lo inserisce in un buon contesto radio-friendly pop-rock, ma dimentica di inserire una melodia davvero espressiva. In questo e in altri casi, il musicista cerca ripetutamente di ravvivare il suo chamber pop con una serie di riferimenti alle vecchie collezioni di dischi dei diversi decenni che tiene in casa (dai Crowded House ai Tears for Fears, dagli Stairsailor ai primi Coldplay). Ma spesso manca il kick che invece la sorella assesta sempre con grande precisione ed efficacia.
Ed è un peccato perché questo disco contiene buone canzoni, ottimi ganci, una solida struttura pop, ma manca quell'interpretazione che fa la differenza: ad esempio, “2001” in mano a un Harry Styles diventerebbe un instant classic.
Gioie e frustrazione dell'amore
Un discorso a parte va fatto sui testi che hanno più o meno tutti a che fare con un certo malessere sentimentale o in generale da fine di una relazione. Ci sono ottimi versi qua e là ( "Maybe love is a way to kill time" in “Same Old Story”). Un romanticismo ironico e un po' disilluso in cui si racconta con grande efficacia le gioie e le frustrazioni dell'amore, tra vulnerabilità e autoconsapevolezza.
La penultima ballata "Family Feud" potrebbe scadere nel sentimentalismo se non fosse per la commozione del testo acutamente specifico ("E hai solo 22 anni / E il mondo ti guarda / Giudicando tutto quello che fai").
Resta comunque un buon disco pop piacevolissimo da ascoltare.