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«THE NIGHT THE ZOMBIES CAME - Pixies» la recensione di Rockol

'La notte degli zombie', il B-movie dei Pixies

Nel nuovo album la band di Frank Black presenta in formazione una nuova bassista: Emma Richardson

Recensione del 31 ott 2024 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7/10

La recensione

Innanzitutto va messo immediatamente agli atti che nel nuovo "The Night The Zombies Came" Black Francis, David Lovering e Joey Santiago presentano al loro fianco una nuova bassista e corista, la musicista britannica Emma Richardson (già nei Band of Skulls) in sostituzione di Paz Lenchantin che aveva suonato negli ultimi tre album dei Pixies. Va riportato inoltre che la Richardson non se la cava per niente male e fornisce un ottimo supporto a Francis ogniqualvolta si unisce cantando e controcantando a sostegno del frontman. Mentre in produzione figura ancora una volta, la quarta consecutiva, Tom Dalgety.

Musica da film

"The Night The Zombies Came" è un titolo da film di serie b, di quelli che, a volte, possono riuscire magicamente irresistibili, e in questa direzione va Black Francis parlando del disco: “Frammenti che sono correlati e giustapposti con altri frammenti in altre canzoni, insomma una raccolta di canzoni. Il tutto trova equilibrio in quello che viene chiamato lp, che finisce per creare una sorta di film”. Le considerazioni cinematografiche – anche dirette come accade in "Chicken" – si inseriscono alla perfezione con i testi strampalati, curiosi e moderatamente horror delle canzoni, salvaguardandone comunque la resa musicale. Queste canzoni possiedono un buon tiro ("You're So Impatient") che può sfumare negli stilemi del punk ("Oyster beds") oppure in un acido rockabilly ("Ernest Evans"). Un giro di chitarra che ricorda da vicino David Bowie (oppure erano i Nirvana...) introduce "Motoroller", mentre essere un brav'uomo non risparmia a Johnny una brutta fine (ma potrebbe pure risorgere) in "Johnny good man" e si chiude in gloria alla ricerca di una redenzione forse impossibile in "The Vegas suite", dopo avere viaggiato nel pop rock 2024 secondo i Pixies illuminato a intermittenza dalla bella chitarra di Joey Santiago.

Oggigiorno, i Pixies

Come noto ai più, la saga dei Pixies è divisa in due distinti capitoli. A cavallo tra Ottanta e Novanta il quartetto si dimostra tra le migliori espressioni del rock alternativo americano di quel periodo e, dopo lo scioglimento, nel 1993, si conquista la beatificazione dovuta alle cose belle che non potranno essere più. In realtà una decina di anni più tardi giunge il tempo della reunion seppure solo dal vivo e, trascorsi altri dieci anni (con l'uscita di Kim Deal, membro non secondario presente sin dagli inizi) ecco, nel 2014, "Indie Cindy", il primo album del nuovo corso. Con i Pixies è sempre latente il rischio (legittimo) di contrapporre erroneamente e nostalgicamente i due periodi della band. Ormai da quei tempi sono trascorsi trenta anni, ogni cosa nel frattempo è mutata: i ragazzi di allora si sono trasformati, prima in adulti, ed ora, alla soglia dei sessanta, in quasi anziani. Parimenti anche quanti li seguivano allora hanno collezionato esprienze che li hanno trasformati in altre persone. E allora che dire? Diciamo che si dovrebbero lasciare da parte i ricordi dei bei tempi che furono e rassegnarci all'incontrovertibile fatto che il calendario appeso in cucina ci rimanda il numero 2024 e "The Night The Zombies Came" è un buon disco di rock, realizzato da una buona band di nome Pixies che abbiamo ancora la sorte di potere ascoltare e – a dio piacendo – di vedere in futuri concerti. Io credo ciò possa bastare senza ripetersi di continuo: certo che "Surfer Rosa" e "Doolittle"...

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