Come Aphex Twin reinventò la musica elettronica e l'ambient

"Selected Ambient Works II" in una versione "espansa", ma alla strana maniera di Richard D. James

Recensione del 15 ott 2024 a cura di Gianni Sibilla

Voto 9/10

È impossibile sottovalutare l'importanza di Richard D. James non solo nella musica elettronica, ma in tutta la cultura musicale degli ultimi 30 anni: "Selected Ambient Works Volume II" è uno dei suoi dischi più noti e amati, uno dei capisaldi di una discografia estremamente complessa e frammentata. Uscito nel 1994, fu il suo secondo album ufficiale come Aphex Twin - uno dei suoi tanti pseudonimi, il più noto e simbolico - nonché il primo per la Warp, l'etichetta che due anni prima aveva contribuito a lanciare una nuova forma di musica elettronica con "Artificial intelligence", in cui lo stesso James compariva sotto altro pseudonimo.

Già negli anni '70 il sociologo Simon Frith sosteneva che una delle peculiarità della popular music, ed in particolare del rock, è la quantità di parole e discorsi che ha saputo generare su stampa e critica: questo è ancora più vero per Aphex Twin, a cui è stato riservato un approfondimento paragonabile a quella di molte rockstar classiche, per quantità di articoli e libri e per qualità dell'analisi. Non starò quindi qui a ripercorrere la sua parabola - e rimando al bel capitolo scritto su di lui da Valerio Mattioli in "Ex Machina" (Minimum Fax), che lo definisce come un "trickster", una sorta di manipolatore un po' furfantesco a cui piace confondere le idee: "Se non è in assoluto il musicista elettronico più famoso di tutti i tempi, è quasi certamente quello che può vantare il più alto tasso di venerazione incondizionata, un'icona dai caratteri mercuriali le cui gesta sono perennemente avvolte dal soffio sacro del mito", un mito che lui stesso ha creato ad arte confondendo, spiazzando, proponendosi volutamente come disturbante e ripugnante e per questo attirando ancora di più l'attenzione - e contemporaneamente traghettando molti ascoltatori da generi più classici verso la musica elettronica, ridefinendo stili e generi.

Sempre Mattioli definisce "SAWII" - come  viene chiamato dalla sua fan base - "Il suo disco più misterioso, indecifrabile, quasi sicuramente il suo capolavoro". Uscì dopo "Selected Ambient Works 85-92", il suo "primo" album (definizione difficile da dare di una discografia così complessa e frammentata, va ripetuto): un disco che di "Ambient" nel senso del termine coniato da Brian Eno in realtà aveva poco o nulla - ma definiva i contorni di quella che sarebbe diventata la IDM, la "Braindance", come preferiva definirla lui: l'elettronica da ascolto e non solo da ballo. Tutt'ora una buona parte della scena attuale è figlia e debitrice di Aphex Twin, dal cupo mistero di Burial a Four Tet (una delle cui prime pubblicazioni fu proprio un remix di Aphex Twin, un imprimatur) a Floating Points a Jon Hopkins e così via.

Nel secondo disco invece Aphex Twin spiazzò tutti: quasi 3 ore di musica, praticamente senza beat - con brani semplicemente numerati e molto lunghi. Ambient sì, ma non musica da tappezzeria e sottofondo da ascoltare piacevolmente. Piuttosto musica cupa, oscura e inquietante, non pacificante come la intendeva Eno: sarebbe diventata un filone anche questo.
James alimentò il mito in una celebre intervista a David Toop (l'autore di "Oceano di Suono") in cui diceva che aveva composto l'album attraverso "lucid dreaming", una sorta di stato di dormiveglia consapevole in studio in cui sognare le canzone e inciderle al risveglio. 

Questa ristampa è  particolare come l'autore: non contiene saggi o approfondimenti ma una breve nota di James dell'estate del 2024 in cui parla dei suoi genitori scomparsi, che "incontro regolarmente nei miei sogni" (appunto) e con cui spera di ascoltare queste tracce la prossima volta. Ha il grande pregio di rimettere ordine tra le tracce, risposizionado al suo posto la #19, originariamente tolta dalla versione CD, e aggiungendo due tracce, "th1 [evnslower]" e "Rhubarb Orc. 19.53 Rev", per un totale di oltre tre ore di musica. A suggellare l'importanza, alla fine del mese verrà fatto un ascolto del disco alla Tate Modern di Londra. 

Come si dice in questi casi, un'occasione per scoprire e riscoprire un classico: se volete approfondire e perdervi nella storia di Aphex Twin e di questo album vi rimandiamo al libro di Mattioli, alla recente di ristampa di "Oceano di suono" di Toop e al libro di Marc Weidenbaum per la prestigiosa collana 33 1/3 di Bloomsbury Academic.

Tracklist

01. #1 (07:27)
02. #2 (06:34)
03. #3 (07:44)
04. #4 (04:39)
05. #5 (08:55)
06. #6 (03:31)
07. #7 (08:51)
08. #8 (05:08)
09. #9 (06:54)
10. #10 (09:58)
11. #11 (07:18)
12. #12 (02:42)
13. Blue Calx (07:20)
14. #14 (08:00)
15. #15 (05:33)
16. #16 (04:45)
17. #17 (02:05)
18. #18 (07:16)
19. #19 (10:14)
20. #20 (05:57)
21. #21 (04:15)
22. #22 (07:09)
23. #23 (07:30)
24. #24 (11:27)
25. #25 (05:41)
26. th1 [evnslower] (11:08)

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