Ho l'impressione che i Police siano nel tempo diventati come gli U2, ovvero la band che agli appassionati di musica piace odiare.
Certo, la simpatia e l'appeal dei componenti - Sting in primis, ma anche gli altri Copeland e Summer – non aiutano. Come pure il fatto di essere diventati piuttosto rapidamente da band post-punk a uno dei gruppi pop-rock più popolare del mondo.
Se non fosse così, allora credo che ci sarebbe stato un maggior clamore mediatico per l'uscita di questo prezioso box “Synchronicity (Super Deluxe Edition)” che rappresenta una celebrazione dell'apice commerciale dei Police, ma che evidenzia da vicino da una parte la libertà di sperimentazione che ha sempre accompagnato i Police e dall'altra le crescenti divisioni tra i componenti della band.
Com'è composto il box
Il cofanetto “Synchronicity (Super Deluxe Edition)” nella sua edizione più estesa è composto da 6 cd: il primo è una nuova e ottima rimasterizzazione del disco originale, il secondo disco (Bonus) è la raccolta delle B-side che comprende materiale dal vivo, versioni alternative e strumentali delle canzoni più famose, qualche lato b dei singoli, remix e tracce bonus dell'epoca. Il terzo e il quarto disco (Unreleased Part I & II) sono di materiale inedito: 36 canzoni che rappresentano la parte più interessante del cofanetto, tra tracce mai ascoltate prima e varie versioni, dalla demo ai mix alternativi, di alcune canzoni dell'album. E infine il quinto e il sesto disco contengono 19 canzoni live registrate nel tour mondiale di nove mesi nel 1983-84, con alcuni brani selezionati dal concerto all'Omni di Atlanta e da uno spettacolo completo all'Oakland-Alameda County Coliseum.
Il disco originale
"Synchronicity" è il quinto e ultimo disco dei Police nonché il loro più grande successo commerciale (8 milioni di copie vendute solo negli USA) grazie anche a uno dei singoli, “Every Breath you take”, che vinse anche il Grammy nel 1984 come canzone dell'anno. Il disco fu registrato come il precedente “Ghost in the Machine” agli AIR Studios di Montserrat nei Caraibi di proprietà di George Martin, che diventano teatro degli scontri e delle tensioni all'interno del gruppo: il disco fu portato a termine perché i tre registrarono le proprio parti in stanze separate. La cover del disco composta da tre strisce di immagini ognuna dedicata ad un membro del gruppo, e racconta perfettamente il modo in cui è stato creato, cioè separatamente.
Il disco segna il definitivo abbandono delle influenze reggae che avevano caratterizzato più o meno tutti gli altri dischi: le canzoni invece si fanno più sofisticate incorporando elementi di synth-pop, di jazz e anche di world music. Ben otto canzoni su dieci sono composte da Sting che diventa ancora di più il capo assoluto di una band che fino ad allora sembrava composta da tre leader.
"Synchronicity" resta uno dei migliori album pop degli anni '80, uno dei pochi che negli USA riuscì a interrompere il dominio in classifica di Michael Jackson con “Thriller”, oltre ad essere al tempo stesso il più maturo e sperimentale della band inglese. Pezzi psichedelici e canzoni sublimi, pop da classifica e complessi riferimenti psicanalitici, tutto dentro lo stesso disco. La nuova rimasterizzazione rafforza i punti di forza dell'album, aggiungendo calore e definizione a “King Of Pain” , “Wrapped Around Your Finger” ed “Every Breath You Take”, esempi eccellenti dell'abilità di Sting come cantautore, della capacità di Summers di rafforzare il materiale con contrappunti melodici e della centralità della spinta ritmica inventiva di Stewart Copeland.
E se alcune soluzioni della produzione di Hugh Padgham riportano a un suono e a degli arrangiamenti di quegli anni che oggi risultano un po' insipidi, ascoltate i successivi dischi di questo straordinario box.
Le demo e le take alternative
Come già anticipato, il terzo e il quarto disco di questo box sono quelli più interessanti, un po' perché contengono delle canzoni completamente inedite, ma poi perché è possibile entrare dentro alla creazione e alla realizzazione di alcuni dei capolavori pop degli anni '80 e non solo, grazie alle varie versioni contenute in questi dischi.
Molti demo portati da Sting sono stati composti esclusivamente da synth come struttura base e sono estremamente interessanti: da queste registrazioni si scopre quindi che “Oh my God” aveva un andamento totalmente funk à la James Brown con tanto di fiati, e anche “Murder by Numbers” aveva un vivace andamento electro-pop. Le prime versioni di “Every Breath you Take” avevano un andamento ritmico un po' più differenziato e dispari, invece che quello da metronomo deciso da Sting nella versione definitiva e che fu motivo di una grossa lite con Copeland per cui i due pare vennero anche alle mani. Ma ci sono anche altre sorprese che potrete scoprire voi stessi.
Ci sono poi molti inediti interessanti come lo strano pezzo new wave “I'm blind” e lo strumentale “Ragged man” che poi furono riciclati per la colonna sonora del film del 1983 di Francis Ford Coppola “Rusty il selvaggio”. Anche l'altro strumentale “Loch” merita un ascolto approfondito. Nel secondo disco c'è anche la versione scritta dagli autori del programma satirico inglese Spitting Image “Every Bomb you Make” contro la Guerra Fredda e che Sting accettò di cantare.
Il materiale live
Gli ultimi due dischi del box sono essenzialmente un nuovo doppio album dei Police dal tour Synchronicity, anche se lo stesso tour fu già presentato nell'album “Live!” del 1995. Queste versioni da una parte raccontano la fatica della band a tradurre sul palco parte del suao materiale più incentrato sullo studio, ma dall'altra, quando si lasciano andare, si può vedere all'opera una delle più brillanti live band degli anni '80 e '90. Un esempio piuttosto lampante è la versione live di “Walking in your footsteps” di fronte a una folla in delirio.