“Radio Sakura”, il secondo album di Rose Villain (qui la nostra intervista), è il sequel, più luminoso e vario, di “Radio Gotham” (qui la recensione). È un disco intimo e nostalgico, ma allo stesso tempo consapevole, un progetto dove generi diversi come il rap, il pop, l’elettronica, la bachata si intrecciano a storie diverse, alcune dall’immaginario rock, in cui la speranza, alla fine, fa da trait d’union. Se il primo disco era una sorta di agglomerato di nuvoloni scuri, questo è un raggio di sole che li trafigge.
I fiori
“Radio Sakura”, in sostanza, è intriso di un buon urban-pop, costruito bene musicalmente e valorizzato dalle doti canore e interpretative di Rose che, come fosse una sorta di personaggio di un film o di un videogioco, è abile nel vestire diversi panni. Passa dai ritmi caldi di “Come un tuono” con Gué al pop-rock de “Il mio funerale” alla Yungblud, giocando sempre con tanti e diversi riferimenti cinematografici, arte di cui è innamorata, oltre alla musica. “Con questo disco – ha raccontato Rose, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con ‘Click Boom!’ - mi sono sentita più libera che mai di essere fragile, irriverente, ambiziosa e con questa musica, per me la migliore che abbia mai scritto, sono fiorita nell’artista e donna che sognavo di essere”. Dodici brani, prodotti da Sixpm, compagno nella vita e nel lavoro, che indagano temi diversi, legati dal fil rouge comune di voler trovare una luce in tutto, anche nelle difficoltà più dure della vita: “come la natura riesce a riprendersi il proprio spazio anche di fronte alla morte, così in ogni piccola crepa di dolore che la nostra anima è costretta a sopportare in vita, ci può essere una fioritura, simbolo di rinascita”, ha spiegato Rose.
Personalità
Un esempio lampante di questa visione taoista è “Brutti pensieri” con thasup, il brano più significativo del disco, che parla di salute mentale, morte e vita. “Mi sono sentita di dedicare questo disco alle donne e viene inaugurato da una prima traccia, ‘Hattori Hanzo’ con Madame, che significa molto – ha continuato la rapper e cantautrice - i fiori mi ricordano le donne, i fiori sono senz’altro romantici, ma anche resistenti. I fiori spuntano anche dal cemento. Ecco, tutto ciò mi ricorda l’essere donna. La canzone ‘Trasparente’ parla del non essere notati, del non essere visti, che è il cruccio della nostra generazione. Anche in questo pezzo, però, c’è la luce nel finale: parto dicendo ‘nessuno mi vede’, ma poi reagisco e affermo ‘allora, sai che c’è? Anche se non mi ami, mi amo da sola. Mi farò sentire’”. “Radio Sakura”, per varietà e visioni, è un buon progetto che va a completare e ad allargare il campo delineato dal primo capitolo. Rose Villain, in un panorama musicale spesso troppo omologato, riesce a dire la sua soprattutto grazie, più che a un preciso sound, a una personalità che le permette di giocare con i generi, rimanendo sempre credibile.