Kula Shaker, tanta euforia - ma poca voglia di osare

‘Natural Magick’ è un’altra collezione di mantra post-britpop 

Recensione del 02 feb 2024 a cura di Simöne Gall

Voto 7/10

Quasi tre decadi separano questi tempi sempre meno organici da quel periodo in cui, era il 1996, i Kula Shaker esordivano al numero uno della chart britannica col radioso ‘K’, finendo per generare, sempre in Inghilterra, ben due dischi di platino (con seicentomila copie). Il vittorioso quartetto, guidato dal carismatico leader Crispian Mills, già figlio d’arte (dell’attrice Hayley Mills e del filmmaker Roy Boulting), arrivò sulla scena senza troppo badare alla cosiddetta era britpop - trainata in primis dal tremendo successo dei Blur e degli Oasis -, inseguendo invece una sua propria tratta, la stessa dove la psichedelia anni Sessanta incontrava in un modo particolarmente ossessivo l’immaginario spirituale indiano. E a quell’epoca, tra l’altro, Crispian e soci raggiunsero persino un primato: piazzare un brano cantato interamente in sanscrito, “Govinda”, nella Top 10 dei singoli. 

Il successore di ‘K’, il bellissimo ‘Peasants, Pigs & Astronauts’, arrivò nel 1999, e poco importa se non fu propriamente compreso dalla critica o se generò molto meno credito del suo predecessore: già solamente “Mystical Machine Gun”, uno dei più grandi pezzi del rock inglese – lo si afferma qui convintamente - varrebbe tutto il disco in cui figura. Tuttavia, quella fase commerciale discendente portò il gruppo ad arrestarsi per molti anni, tanto che il terzo LP, ‘Strangefolk’, fu pubblicato solo nel 2007 (giusto un paio, inoltre, i suoi seguiti, l’ultimo dei quali è il doppio '1st Congregational Church Of Eternal Love And Free Hugs', del 2022). Oggi, dopo aver completato con successo, durante l’anno appena passato, un tour in Nord America, Canada ed Europa, tra le fila della band sembra scorrere ancora una buona dose di energia cinetica, stante il fatto che ascoltando il nuovo album, ‘Natural Magick’, si possa avvertire un che di, come dire: manchevole.

I suoni (seppur radiosi) di ‘Natural Magick’

Anzitutto l’album vede il ritorno dell’organista Jay Darlington, dopo un decennio passato a fare la spola fra Oasis e Gallagher vari, che va a completare e rinvigorire la formazione classica della band composta, oltre che da Mills alla chitarra e alla voce, anche da Alonza Bevan al basso e dal preciso Paul Winter-Hart alla batteria. L’iniziale “Gaslighting” inizia in modo prevedibile e così decorre senza far cambiare idea, con quel riff di chitarra revival-rock alla Jet modello 2003 e il clapping delle mani a tenere, ancora più prevedibilmente, il tempo. Frizzante, sì, gradevole, ok. Come del resto, allo stesso modo, lo è la voce dell’oggi cinquantenne Mills, il quale ci ricorda, testualmente, che: “Love Is The Answer / Love Is The Power”. Si spera a questo punto nell’arrivo del secondo pezzo, “Waves”, che però sa di outtake dal debutto ‘K’, peraltro senza quella cifra mistica che tanto aveva caratterizzato i tempi più luminosi della band. Lascia qualche solco maggiore la title track, che quantomeno riesce a far muovere il piedino, ma forse non abbastanza da aiutare la mente a discostarla dalla modalità “sovrappensiero”.

Qualcosa si sblocca con la più dilettevole “Indian Record Player”, ispirata dall’immaginario di Bollywood e con un songwriting che sa un po’ di Supergrass periodo ‘I Should Coco’ (per la traccia è stato girato un videoclip ufficiale, che riesce nel suo intento intrinseco di donare qualche sincero sorriso). “Chura Liya” (You Stole My Heart)” ricorda vagamente qualcosa degli Arctic Monkeys ma frullati insieme al più tipico Kula-sound, mentre “Something Dangerous” pare spingersi verso i Rolling Stones del periodo Brian Jones (“I’ve been stoned like I’ve never thought I Could”, canta fra l’altro Crispian). “Stay With Me Tonight” è invece una ballata molto melodrammatica, tanto da rasentare un che di artefatto. Suoni curati, ma forzatamente radiofonici. Segue poi “Happy Birthday”, che già in sé lascia sorgere spontanea la domanda se sia possibile, nel 2024, conferire a un brano un tale titolo. In realtà, “Happy Birthday” rappresenta di quest’album un po’ “sciapo” il momento forse più intrigante. Che sa comunque di già sentito allo sfinimento, suonando come un ipotetico filler di ‘Peasants, Pigs & Astronauts” (che però di riempitivi non ne aveva). La musicalità di “Happy Birthday” è però ispirata e in generale, con la voce femminile indiana a scortare Crispian nel cantato, si lascia apprezzare.

La nona “IDON’TWANNAPAYMYTAXES” è una puerile dichiarazione di “evasione”, ma che quantomeno dà un messaggio anche condivisibile con quel suo “Non voglio pagare le tasse / Non voglio pagare per la terza guerra mondiale”. La decima “F-bombs” è un’altra frecciata, stavolta più diretta, al problema bellico, destinato a essere attuale fino alla fine del mondo, e con un cantato quasi rappato (in mezzo, fra il testo, spunta anche un improbabile “motherfucker”). “Whistle And I Will Come To You” punta ancora al sentimentalismo, con Crispian che gioca a fare il Richard Ashcroft solista e con qualche eco alla Dylan nella tonalità. Il risultato non è però superfluo, sebbene lo stile della traccia abbia poco a che vedere con il sound generale dei Kula Shaker. La dodicesima “Kalifornia Blues” ripristina finalmente l’anima brit anni Novanta, ma arriva fuori tempo (quasi) massimo, e in ogni caso ha un po’ la stessa consistenza che potrebbe avere un pezzo di troppo su un qualsiasi album dei Charlatans. “Give Me Tomorrow” ammicca all’attualità adult pop con uno stile retro anni Cinquanta, molto “mellow” e largamente, nuovamente, pronosticabile (il testo non è da meno: “Love be my sunshine” - siamo su questi livelli).

Per quindi concludere: a dispetto del suo titolo, a richiamare scenari esoterici, ‘Natural Magick’ si assesta su un sentiero di ampia superficie, sia sul piano della percezione acustica, sia sul piano lirico. In sé, globalmente parlando, è un lavoro ben eretto nel suo prefigurarsi come un prodotto prettamente di consumo. Lo si afferma, sia però messo agli atti, senza dimenticarsi del rispetto che una band come questa merita a prescindere.
 

Tracklist

01. Gaslighting (04:06)
02. Waves (02:54)
03. Natural Magick (04:01)
04. Indian Record Player (02:44)
05. Chura Liya (You Stole My Heart) (03:57)
06. Something Dangerous (03:46)
07. Stay With Me Tonight (03:36)
08. Happy Birthday (04:29)
09. Idontwannapaymytaxes (02:40)
10. F-Bombs (02:45)
11. Whistle and I Will Come (03:14)
12. Kalifornia Blues (04:14)
13. Give Me Tomorrow (04:06)

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