Isola - MUNDUS IMAGINALIS - la recensione

Un altro album dagli intenti più che nobili, premiato forse soltanto in parte dal risultato finale.

“Mundus imaginalis” è un viaggio nella storia esoterica, metafisica e culturale della Sicilia antica, che poi è la terra dalla quale il gruppo degli Isola proviene. Il gruppo è ben assortito e si sente, visto che mette in mostra un ottimo interplay, ma la prima notazione non proprio piacevole sta nella voce di Iolanda Vacalebre, decisamente troppo invasiva nella alchimia del gruppo, con evoluzioni e intenzioni che sembrano rendere il progetto meno credibile e crudo di come dovrebbe essere. E’ un po’ lezioso, l’elemento cantato, sicuramente sulla scia di una tradizione folk e popolare cui non si comanda, però il risultato d’insieme promette meno bene di quanto si poteva pensare. C’è da dire che un altro motivo per cui un progetto come questo degli Isola può non funzionare sta nella mancanza di canzoni appetibili: tutto è ben fatto, curato, ben realizzato, ma la qualità complessiva del materiale lascia intuire grandi potenzialità ma risultati più modesti. Ci sono, certo, buone composizioni – “Festa”, “U lupu e a luna”, “Trova l’oro” – ma il risultato non è sufficiente a strappare un voto pienamente positivo. “Mundus imaginalis” rimane una prova di transizione, in attesa di un album maggiormente focalizzato sul versante melodico e più incisivo nel risultato d’insieme.