Soul bianco e britpop: il disagio di Gazzelle suona così

L'album è candidato ai Rockol Awards 2023

Recensione del 10 dic 2023 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2023 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua. 
Qua invece le candidature per i migliori live.

Tutto si può dire tranne che Gazzelle non sia riuscito a costruirsi negli anni uno stile riconoscibilissimo, segnato da quell’attitudine malinconica, da quella propensione a un vago malessere, a un disagio che inizialmente, ai tempi di “Superbattito”, sembrava legarsi perfettamente a quello dell’indie pop ma che a lungo andare ha continuato a caratterizzare la scrittura del cantautore romano. “Dentro”, a pensarci bene, quell’attitudine e quella propensione le cristallizza: il disagio, paradossalmente rispetto al titolo, non fa da sfondo alle storie raccontate, stavolta, ma viene portato fuori. E raccontato per quello che è: la voragine che si apre su quel bel prato all’inglese sulla copertina è una metafora del crollo psicologico di cui ha sofferto Flavio Pardini, 33 anni, negli ultimi due anni.

Non c’entrano solamente il covid e una relazione chiusa. Anche il peso del successo ha fatto la sua parte. Gazzelle lo canta in “Qualcosa che non va”, la canzone che apre l’album: “È tutto a posto, anche se ora ha un costo, ora tutto ha un costo”. In “È andata come è andata” canta invece di “giornate buttate al vento” e di “voci nella testa che non stanno zitte mai”. “Dentro” è il disco della fine dei vent’anni del cantautore degli “amori squarciati a metà, con la felpa sporca della sera prima”, che dal 2017 ad oggi ha progressivamente alzato la sua asticella, spiazzando ogni volta. “Sono in una fase della mia vita in cui come tutti quelli della mia età sto facendo i conti con il crescere, con il diventare un uomo, staccandomi dall’adolescenza e dai brufoli. Sono stati due anni difficili, non solo per la musica: anche a livello mentale è stato un periodo un po’ complicato”, aveva anticipato il cantautore a proposito dei temi e delle atmosfere dell’ideale seguito di “OK”. Fortuna che poi arrivano “Quello che eravamo prima” con thasup e “Milioni” con Fulminacci, scanzonati, ironici e divertenti, a risollevare un po’ l’umore generale del disco.

Il team di lavoro è lo stesso che lo affianca da “Punk”, l’album con il quale nel 2018 il cantautore diventato un’icona del circuito indie pop cominciò a mettere la testa fuori dalla cameretta (ignaro del fatto che in quattro anni si sarebbe ritrovato ad annunciare il suo primo concerto in uno stadio, l’Olimpico, dove si esibirà il 9 giugno: ideale colonna sonora della serata sarà “Roma”, in duetto con l’icona rap capitolina Noyz Narcos): la produzione è di Federico Nardelli, che in questi quattro anni è cresciuto, professionalmente parlando, insieme a Gazzelle, arrivando pure a produrre Ultimo, Colapesce e Dimartino, Tommaso Paradiso e Ligabue, e che qui cuce addosso ai brani del cantautore un sound forse ancora più “brit” che in passato, con un sound prevalentemente pianistico - con qualche coro qui e là: prendete il self-empowerment “Flavio” - che guarda al soul bianco.

Tracklist

01. Qualcosa che non va (03:24)
02. IDEM (03:28)
03. E pure... (03:59)
04. È andata come è andata (03:41)
05. Quello che eravamo prima (feat. thasup) (03:00)
06. Flavio (03:02)
07. Non lo dire a nessuno (03:27)
08. Milioni (feat. Fulminacci) (03:13)
09. Roma (feat. Noyz Narcos) (03:04)
10. Michelino (03:41)
11. La prima canzone d'amore (02:27)
12. LPPBDS (02:56)

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