"History books", il nuovo album dei Gaslight Anthem, segna il ritorno della band del New Jersey a nove anni di distanza da "Get hurt", loro ultima fatica discografica datata 2014. Il gruppo guidato da Brian Fallon dopo avere pubblicato cinque album nell'arco di sette anni a cavallo degli anni Dieci ed essersi distinto come una delle migliori nuove band di 'rock classico' si era messa in pausa per assecondare le velleità soliste del frontman sfociate nella pubblicazione di quattro album più che discreti senza però raggiungere l'efficacia di quando viene accompagnato da Alex Rosamilia (chitarra), Alex Levine (basso) e Benny Horowitz (batteria).
With a little help from the Boss
Per il loro ritorno i Gaslight Anthem non potevano augurarsi miglior destino che avvalersi di un duetto con il loro punto di riferimento lirico e musicale di sempre (non solo perché è l'ambasciatore numero uno del comune stato di provenienza) Bruce Springsteen. Il Boss si unisce alla band nella title track, una canzone che è una sorta di "No surrender". Di questa riuscita collaborazione Fallon ha spiegato con trasporto ed entusiasmo: “Quando Bruce Springsteen ha detto che avrei dovuto scrivere un duetto per noi, penso che la mia testa sia esplosa." Parlando ancora dei riferimenti musicali dei Gaslight Anthem, sin dai loro esordi, oltre alla evidente vena springstiniana si sono sempre citati anche i Pearl Jam o comunque certo rock anni Novanta e il primo singolo, "Positive charge", ci si può avvicinare.
Bianco e nero e nuvole
La bella immagine della copertina di "History books", in bianco e nero con un cielo carico di nuvole, quasi una citazione di "Nebraska" (tanto per non tornare a Bruce Springsteen), lasciava presagire un tempo messo al brutto per i protagonisti delle storie presenti nel disco. In realtà la penna di Fallon – piuttosto ispirata e con dieci anni in più sulle spalle - si pone ancora una volta dalla parte di chi non ha avuto e non possiede una vita di quelle tutte in discesa; di quanti se voltano lo sguardo al passato vedono che le loro esistenze non sono proprio andate come venivano sognate; di quelli, però, che in fondo non sono mai domi seppur acciaccati. Al fondo la speranza, come si suol dire, è sempre l'ultima a morire. E con il tempo, con l'età, oltre all'umana speranza si apprende la faticosa arte dell'accettazione, degli altri e di se stessi.
Alive and kicking
"History books" è davvero un buon ritorno. Il lungo periodo di separazione, che a un certo punto ha fatto anche temere che il gruppo si fosse addirittura sciolto e non avesse un futuro, è – data la bontà del disco – servito per mettere a fuoco l'obiettivo e abbandonare alcune derive musicali che avevano portato i Gaslight Anthem a non far funzionare le cose nel modo più soddisfacente. "History books" è un ritorno alle sonorità che hanno costruito le fortune del gruppo ("Non avevamo alcun interesse a reinventare il suono dei Gaslight Anthem”, Fallon dixit). Nel disco, quindi, si alternano riflessive agrodolci ballate a brani in cui si corre in avanti chitarre in resta. I Gaslight Anthem dicono ancora la loro.