Era il 14 ottobre 1997 quando i Green Day diedero alle stampe il loro quinto album in studio, "Nimrod", un lavoro decisamente diverso da qualsiasi cosa il trio avesse fatto in passato. Non voleva essere un brusco cambiamento di direzione, ma un atto di curiosità e coraggio, per cui la band si impegnò a sperimentare oltre i propri confini musicali, fino a ritrovare la propria direzione.
Per celebrare questa tappa fondamentale della loro carriera, oltre venticinque anni dopo Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool pubblicano un nuovo cofanetto, “Nimrod 25 - 25th Anniversary Edition”, che insieme all'album originale, include demo inedite e la registrazione di un concerto dell'epoca. I Green Day hanno voluto così ricordare un periodo importante prendendosi anche il compito di portare l'ascoltatore indietro al 1997. E il coraggio li premia anche questa volta.
“Nimrod”, oltre 25 anni dopo
"Nimrod" è un termine che può avere differenti significati: in slang statunitense, per esempio, indica qualcuno di idiota, imbecille, stupido, scemo. Oltre a essere il nome di un personaggio biblico, nella maggior parte dei paesi anglosassoni è anche usato per riferirsi a un grande cacciatore. È con l'idea di questi molteplici significati che oltre venticinque anni fa i Green Day scelsero "Nimrod" come titolo del loro quinto album in studio. Dopotutto, la direzione intrapresa da Billie Joe e soci per il disco si rivelò a sua volta ambigua.
Dopo il multiplatinato “Dookie” del 1995, a cui diede un successore in poco più di dodici mesi con “Insomniac”, la formazione californiana attraversò un periodo piuttosto cupo che la portò a prendersi una pausa dai palchi e dai riflettori. Questa condizione permise però al gruppo di concentrarsi su nuove canzoni e a mettersi in gioco ulteriormente. Nel lavorare sulla musica, sui testi e sull’attitudine per il suo quinto album, il trio si era concesso quindi di prendere qualche rischio per cercare una sua nuova dimensione, con la curiosità e il coraggio di esplorare altri orizzonti musicali. I Green Day puntarono a dimostrare di poter in qualche modo intraprendere un cambiamento, ma senza determinare una svolta netta nel loro percorso artistico rimanendo fedeli a ciò che era stato e che aveva rappresentato fino a quel momento.
I tre aggiunsero qualcosa alla frenesia e alle sonorità di quel loro punk rock melodico che avevano catapultato già anni prima nel mainstream e che rischiava ormai di frenarli. La formazione di Berkeley, nella East Bay, incluse nel suo quinto album molti riferimenti, idee e influenze, facendo incontrare omaggi ai Ramones con elementi folk, hardcore, surf rock e ska. "Nimrod", seppur non raggiunse gli stessi traguardi nelle classifiche di vendita dei suoi predecessori, fermandosi negli Stati Uniti alla decima posizione, permise a Billie Joe e compagni di riprendere il controllo della propria avventura artistica. Il disco, registrato a Los Angeles tra la primavera e l’estate del 1997, riuscì ad arricchire i temi musicali della formazione californiana e a portare a una nuova maturità con canzoni su temi e riflessioni vari e ampi. Il trio diede prova di un approccio compositivo più maturo e consapevole, che a distanza di un quarto di secolo risuona ancora attraverso i brani riproposti da “Nimrod 25 - 25th Anniversary Edition” e che testimoniano ancora vividamente i pensieri di Armstrong e soci.
Nella traccia di apertura “Nice Guys Finish Last”, per esempio, si ritrova il piglio martellante tipico del gruppo con una scrittura più audace che in passato, con metafore che indagano l’ambizione delle persone: “Don’t pat yourself on the back / You might break your spine”. L’asticella si alza con "Hitchin' a Ride” che, oltre ad aprire a una tematica come la dipendenza da alcol, è insieme a "Good Riddance (Time of Your Life)” uno dei brani diventati dei classici dei Green Day, confermandoli ancora come una delle band più solide in circolazione da oltre trent'anni. “It's somethin' unpredictable, but in the end is right / I hope you had the time of your life”, recitano i versi della prima ballad per chitarra acustica e archi di Billie Joe e soci sulla fine di una relazione, un pezzo tutt’ora atteso con ansia dai fan alla fine dei concerti (come al più recente show milanese dei Green Day dello scorso giugno). Attraverso le altre tracce del disco, tra cui “Scattered”, “Walking Alone”, “Redundant”, in cui Billie Joe condivide uno sguardo inedito della sua vita, questo viaggio introspettivo, emotivo ma allo stesso tempo divertente, continua.
L’essenza di “Nimrod”
Per i venticinque anni di “Nimrod”, i Green Day rivivono e fanno rivivere il periodo che ha caratterizzato il loro momento di cambiamento e maturazione con un disco di quattordici tracce demo, che include anche degli inediti. Tra questi ci sono il brano risalente alle sessioni di registrazioni del quinto album, “You Irritate Me”, un frenetico insieme di dichiarazioni velenose sostenute dalla velocità della batteria, e lo strumentale di stampo popolare con tanto di fisarmonica “Tre Polka”. L’epoca di “Nimrod”, inoltre, viene ricordata grazie alla pubblicazione in “Nimrod 25 - 25th Anniversary Edition” dell’esperimento di una cover solo chitarra acustica e voce - mai pubblicata prima e registrata al tempo - di “Alison” di Elvis Costello.
Il disco dal vivo incluso nel nuovo cofanetto poi, come una corsa senza sosta, sembra catapultare l’ascoltatore direttamente in un locale, in mezzo a una folla ammassata sotto al palco di un concerto nel 1997. Di quell’anno è il live che, andato in scena un mese dopo l’uscita di “Nimrod”, il 14 novembre, è ora riproposto attraverso le venti tracce della tracklist dell’ultima parte del nuovo cofanetto. Durante il live, registrato all’Electric Factory di Philadelphia, la band fece ascoltare molti brani del suo quinto album in studio, insieme a pezzi di lavori precedenti, tra cui - per esempio - “Basket case” e “Welcome to paradise” da “Dookie”, oltre a “Brain Stew” e “Jaded” da “Insomniac”, senza dimenticare tra le altre cose “2000 Light Years Away” da “Kerplunk!”. La versa essenza di “Nimrod” e degli stessi “Green Day” è così rivelata in chiusura di “Nimrod 25 - 25th Anniversary Edition”, che per l’ultima parte del cofanetto offre una testimonianza della band nella sua dimensione più autentica, su un palco.