Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2022 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua.
Qua invece le candidature per i migliori live.
È tornata la magia, sono tornati i Verdena. A sette anni di distanza dal doppio “Endkadenz”, un progetto troppo prolisso e a tratti confusionario, come ha ammesso anche la band bergamasca, e la realizzazione della colonna sonora del film “America Latina”, i fratelli Alberto e Luca Ferrari, insieme a Roberta Sammarelli, pubblicano “Volevo magia”, un disco più asciutto e diretto. Si tratta del loro ottavo album (“Endkadenz” ha avuto due volumi) e del loro settimo progetto.
Un progetto, composto da tredici canzoni, in cui ci sono tutti i tratti distintivi della band da “Requiem” del 2007 in poi: ci sono la psichedelia, il post rock, lo stoner, i falsetti, i cori, i cambi di registro improvvisi, la musica che si mangia la voce, l’onirismo, i testi pazzoidi, un gusto per una sorta di “cacofonia naif” che o la si ama o la si odia e ovviamente non mancano alcune influenze più morbide e beatlesiane. Un brano intitolato “Paul e Linda” (Paul e Linda McCartney) le rende abbastanza palesi, no? Lo fa più nel titolo, però, che nella costruzione sonora. Non mancano anche delle novità: brani come “Sino a notte (D.I.)” e “Nei rami” sono meno catalogabili all’interno del percorso artistico dei Verdena e potrebbero stupire anche i fan più accaniti.
Due blocchi
La lavorazione è stata divisa in due parti: un grosso blocco di pezzi è stato registrato fra il 2017 e il 2018, mentre il restante è stato lavorato nei mesi post pandemia. Quest’ultimo blocco è quello composto da alcune delle canzoni più musicalmente violente: “Crystal Ball” e “Volevo magia”, la title track, ne sono un esempio. La prima trasmette un sentimento di liberazione distorto e frenetico, mentre la seconda è un pezzo punk-hardcore con la batteria che picchia e, se portato in un live, non può che essere accompagnato da un pogo incessante. Un altro pezzo frutto del post lockdown è “Paladini” che sembra venire fuori dalle radici gelate e oscure di “Requiem”. Tutto il contrario del primo sussulto, del primo singolo di presentazione del progetto: “Chaise Longue” è più vicino alle atmosfere, fra l’acustico e l’elettrico, di “Wow” in cui tanti colori musicali provano a trovare un equilibrio. Anche con “Certi magazine” si viaggia verso le altitudini di “Wow” e “Endkadenz”.
“Pascolare” e “Sui ghiacciai”
“Pascolare” è uno dei migliori momenti del disco, arriva come una fiammata fuzz e rimette al centro due delle caratteristiche che hanno reso i Verdena una delle più importanti rock band della storia italiana: la potenza e la visceralità. Mentre lo si ascolta sembra di essere in guerra, un conflitto ancestrale che ha echi e grida di battaglia lontane. “Cielo super acceso” ha un sound che rievoca visivamente un cavallo da corsa imbizzarrito, “Dialobik” è verdeniano, con la musica che si divora e sovrasta le parole, mentre “X sempre assente” è una sorta di manifesto melodico. Non solo sonoro, ma anche concettuale: nell’epoca della sovraesposizione i Verdena se ne fregano dei tempi e dei riflettori, tornando con un album lontano dalle mode, lavorato in modo diverso da come funziona la musica mainstream oggi, ma capace ancora di lasciare un segno. Una menzione speciale merita “Sui ghiacciai”: il trio, nella sua carriera, ci ha più volte abituato a pezzi sentimentali, capaci di far pulsare l’anima. Questo è uno dei migliori che abbiano scritto. Un tuffo dentro un mare di “cuori dismessi”.
A modo loro
Alberto ci ha raccontato che i testi di questo album sono intrisi di incertezza, ma anche di reazione. Difficile, se non inutile, tentare di trovare un vero significato nelle sue parole, da sempre utilizzate come fossero delle note musicali, svincolate da una reale narrazione. In definitiva “Volevo magia” ha tutti i “non codici”, diventati per chi conosce i Verdena ormai “codici”, che caratterizzano da diversi anni la band e che raggiungeranno il loro apice nella dimensione live. Sempre in bilico fra trionfo e tragedia, i Verdena, al di là delle canzoni, alcune più riuscite e altre meno, sono importanti anche per quello che rappresentano. Il loro vivere al di là delle convenzioni, fuori dai compiacimenti e con lo sguardo fisso, maniacale, sul loro modo di concepire la musica, li rende esseri tanto strani quanto magici. E dopo oltre vent’anni sono ancora qui, a fare quello che vogliono.
TRACKLIST
Chaise Longue
Paul e Linda
Pascolare
Certi Magazine
Crystal Ball
Dialobik
Sui Ghiacciai
Volevo Magia
Cielo Super Acceso
X Sempre Assente
Paladini
Sino a Notte (D.I.)
Nei Rami