Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2022 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua.
Qua invece le candidature per i migliori live.
Ogni volta che Dargen D’Amico, istituzione del mondo hip hop, realizza un nuovo album è come se impugnasse una telecamera e decidesse di puntarla su di sé, ma anche sul mondo che lo circonda.
Unicità
La sua è una cronaca magica, che non si limita a “raccontare” e basta, ma grazie all’uso di metafore, di similitudini e giochi di parole, si apre su altri spaccati, custodendo più anime. È come una matrioska, con la differenza che ogni sguardo svelato è diverso da quello precedente. Nella carriera di Dargen ci sono dischi più o meno messi a fuoco, certamente non tutte le ciambelle sono uscite con il buco, ma quello che realmente conta è la riconoscibilità della sua musica e della sua firma. La sua arte, in poche parole, gioca un campionato a parte perché è solo sua. Fuori dalle mode, spesso fuori dalle classifiche, lontano dai cliché di un certo rap, il cantautore milanese ha creato un suo universo, variegato e libero, che lo rende non imitabile. E questa è una delle doti più grandi che si possono riconoscere a un artista.
Più pop
Il nuovo progetto discografico si compone di 12 tracce e include anche “Dove si balla”, brano che ha presentato sul palco dell’Ariston in occasione della 72ª edizione del Festival di Sanremo, classificandosi nono. “Nei sogni nessuno è monogamo” è ricco di storie e messaggi: “Noi siamo una tragedia che fa ridere, questo volevo dire – racconta Dargen – l’accetto, ma continuo a sentirmi un egoista che ha decisamente passato più tempo a provare a capire se stesso che a perdonare gli altri”. Il rapper veste i panni non solo di autore e interprete dei brani, ma anche in parte di producer, curando le sonorità di “Sei cannibale ma non sei cattiva”, “Gaza”, “Una setta” e “La benzina sapeva di tappo”. Ad affiancarlo D. Whale, DɅNɅ, Edwyn Roberts, JVLI e Marco Zangirolami, che propongono sonorità interessanti, soprattutto a livello elettronico.
Attenzione perché la strada pop è più calcata e in molte circostanze è predominante: su alcuni brani i fan più radicali potrebbero storcere il naso. C'è il Dargen di sempre, ma anche quello che ama sorprendere abbracciando soluzioni diverse. La scelta di non includere feat è chiara sin dalla prima traccia, “Patatine”: questo decimo capitolo è un disco molto personale, in molti frangenti una vera autoanalisi, e pieno di concetti che l’artista si è sentito di voler esprimere da solo, mettendoci la faccia (ovviamente velata dai suoi immancabili occhiali scuri).
Racconti personali e storie di vita
“Patatine” è, per l’appunto, un brano riflessivo, caratterizzato da una lucida malinconia a cui segue “Sei cannibale ma non sei cattiva”, una traccia caratterizzata da pianoforte e batteria. Dargen segue la vita quotidiana di una donna affascinante, ma gelida e spietata allo stesso tempo. La terza traccia è “Gaza”, un pezzo dal sound energico, ma dai contorni dark: qui il gioco delle metafore inizia il suo ottovolante. Il brano successivo è “Dove si balla”, presentato sul palco dell’Ariston, e collegato in qualche modo a “Katì”, brano già edito, i cui versi parlano di un amore difficile, scandito da un ritmo dance. Segue “Ma noi”, uno degli affreschi d’amore più lucidi del disco. In “Una setta”, invece, il tema portante è quello del sentimento di appartenenza a un gruppo, mentre “Ustica” è un pezzo i cui versi sono guidati dal ritmo del pianoforte e della cassa. È una riflessione sul rapporto sentimentale, fra domande e bivi.
Con “Sangue amaro” si torna al movimento spensierato e liberatorio che fa da apripista a “La bambola”, rifacimento del celebre brano di Patty Pravo. “La benzina sapeva di tappo” è un’apologia dello storytelling: Dargen racconta uno spaccato di violenza, di soprusi e di ingiustizie, che si snoda al bancone di un bar. Il disco si chiude con “Nei sogni nessuno è monogamo”, che battezza l’intero album. Si tratta di una riflessione sull’essere adulti all’interno di una società che ci fa sentire degli outsider.
TRACKLIST
01. Patatine
02. Sei cannibale ma non sei cattiva
03. Gaza
04. Dove si balla
05. Katì
06. Ma noi
07. Una setta
08. Ustica
09. Sangue Amaro
10. La bambola
11. La benzina sapeva di tappo
12. Nei sogni nessuno è monogamo