PFM, “Per un amico”: un susseguirsi di sorprese

Il secondo album della Premiata Forneria Marconi, celebrato da “Italian Prog Rewind” di Sony Music

Recensione del 19 giu 2022 a cura di Elena Palmieri

Se con il primo album, “Storia di un minuto”, la Premiata Forneria Marconi consegnò alla storia del rock uno dei primi lavori italiani capaci di dare respiro alle intuizioni del progressive britannico e di far emergere nuove suggestioni per caratterizzare i temi melodici del genere in Italia, è con il successivo “Per un amico” che la band si spinse verso una raffinatezza compositiva più complessa e si avviò a scrivere una tra le più belle pagine della musica tricolore all’estero. Ecco che, nell’anno in cui si celebra il cinquantennale della sua uscita, anche il secondo disco della PFM viene ora celebrato, insieme ad altre tra le maggiori opere del progressive rock italiano, dalla nuova iniziativa di Sony Music “Italian Prog Rewind”.

“Per un amico”

Era l’inizio del 1972 quando il gruppo, nato dall’incontro tra Mauro Pagani e il batterista e cantante Franz Di Cioccio, il chitarrista Franco Mussida, il tastierista Flavio Premoli e il bassista Giorgio Piazza, diede alle stampe il suo album d’esordio. La Premiata Forneria Marconi si era così avvicinata ai nuovi orizzonti musicali che quel rock definito “progressivo” o “sinfonico” stava aprendo in quegli anni, soprattutto nel Regno Unito, ma con un atteggiamento proprio della spiritualità romantica. Sulla scia del consenso di critica e pubblico della prima prova di studio, tanto da segnare la prima volta che l’LP di un gruppo italiano andava primo in classifica, la stessa formazione di “Storia di un minuto” si mise all’opera su un secondo progetto. Questa volta, però, la direzione intrapresa dal gruppo si rivelò musicalmente più articolata ed elaborata rispetto alle precedenti composizioni. Il risultato fu “Per un amico”, un album in grado non solo di assimilare le atmosfere di band d’Oltremanica e di restare fedele alle radici della PFM, ma anche di racchiudere   nei cinque brani del disco, firmati da Pagani, Mussida e Premoli, folgorazioni diverse e accentuare ogni aspetto grazie alla solidità della tecnica e a un’acuta dimestichezza con l’alfabeto emozionale.

È infatti una situazione surreale quella che introduce al secondo album in studio della Premiata Forneria Marconi, raffinato dalla copertina di Cesare Monti, e a suoni dal respiro multiforme e brillante. La soavità di un arpeggio, la medievalità della chitarra acustica, l’ingresso del funambolismo del flauto di Pagani costruiscono l’apertura della prima traccia “Appena un po’”, che viene subito investita da repentini cambi di situazioni, trasformandosi così da corsa barocca ad articolata composizione nervosa dove l’ambiente sonoro assume prima spessore con percussioni e chitarre elettriche, poi con le tastiere di Flavio Premoli nel crescendo emotivo finale. “Partirei, correrei / Verso un’altra verità”, è l’intenzione con cui ci si addentra nella poderosa affrescatura di “Per un amico” che a discapito dell’immediatezza dell’esordio, rivela un approfondimento più mirato dell’aspetto sinfonico tanto da continuare con la frenesia della scomposta tecnicità di “Generale”.

Un susseguirsi di sorprese

Come un susseguirsi di sorprese, il disco si lancia in territori dalla densità conturbante piuttosto che nella varietà e di atmosfere dal carattere onirico. Tecnicismi e venature fantasiose portano dentro la grandiosità del brano che dal titolo all’album, “Per un amico” che, con la dedica nel testo alla figura del musicista Claudio Rocchi, suona come una cavalcata in grado di esaltare le parti di tastiere così come il furore degli archi e l’intensità delle linee di chitarra unite alla solennità della voce. L’imprevedibilità curata e precisa del secondo lavoro della Premiata Forneria Marconi arriva con più coraggio quando la puntina è già posizionata sul primo solco dell’altra sua facciata. “Il banchetto” è affascinante nella sua scaltrezza dalle parti cantante incisive, ma piena di leggerezza, che si tramuta poi in divagazioni psichedeliche e labirintiche che sfidano l’intelletto. A questo brano appassionante fa seguito la lunga suite finale e il suo canto profondo e sussurrato di “Balla l’ombra della luna / Sfiora il tempo la fortuna”, risucchiato poi da vorticose evoluzioni in diverse forme sonore.

Le trame fantasiose e la psichedelia dei passaggi tecnici di “Geranio” chiudono quindi “Per un amico” che, seppur ottenne un successo inferiore rispetto a “Storia di un minuto”, rimane un vero gioiello della discografia della Premiata Forneria Marconi - nel 2015 l’edizione statunitense di “Rolling Stone” lo incluse, alla diciannovesima posizione, tra i 50 migliori album progressive di tutti i tempi - e origine del suo exploit estero. E fu proprio durante le presentazioni live del suo secondo disco che la band venne notata da Greg Lake, il quale decise di portare il gruppo a Londra e metterlo in contatto con Pete Sinfield, già paroliere dei King Crimson. Venne quindi registrato per l’etichetta Manticore nel gennaio del 1973 la versione in inglese di “Per un amico”, intitolata “Photos of ghosts” e con testi di Sinfield. Il singolo tratto dall’album fu “Celebration” (versione inglese di “È festa” da “Storia di un minuto”) e si rivelò un vero tormentone, tanto che la sua notevole fortuna aiutò di non poco la crescente notorietà del gruppo all’estero.

Tracklist

01. Appena un po' (07:43)
02. Generale (04:18)
03. Per un amico (05:23)
04. Il banchetto (08:39)
05. Geranio (08:04)

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