Charli XCX e il citazionismo pop di "Crash"

Eurodance, Italo disco, futurepop, electro-funk: la star britannica fa rivivere l'età d'oro del pop.

Recensione del 02 apr 2022 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

Chitarroni che arrivano prepotenti quando meno te li aspetti (come nello special di “Crash”), tastieroni e sintetizzatori che strizzano l’occhio al rock e alla new wave degli Anni ‘80 (citofonare Europe o Eurythmics), un caleidoscopio di suoni che spaziano dal dance-pop all’eurodance, passando per l’Italo disco, il futurepop, l’electro-funk, l’indie pop. Se in “How I’m feeling now”, il disco scritto, registrato e pubblicato in meno di un mese in piena emergenza coronavirus, nel 2020, Charli XCX puntava a far ballare in cameretta, stavolta s’immagina già sui palchi delle più grandi arene del mondo, pronta a far scatenare le grandi platee, senza distanziamento, sulle note delle sue hit. Nei dodici pezzi che compongono la tracklist di “Crash”, il suo nuovo album, il quinto della sua carriera, Charlotte Emma Aitchison – questo il vero nome della 29enne popstar britannica – ritrova l’esplosività di “Boom clap”, la hit che nel 2014 la catapultò in cima alle classifiche internazionali. Confermandosi come una hitmaker nata.

Il disco raccoglie bozze e idee alle quali Charli XCX ha lavorato nel corso degli ultimi tre anni insieme a produttori come Ian Kirkpatrick (Backstreet Boys, Selena Gomez, Shakira, Justin Bieber, Dua Lipa, Britney Spears), Ariel Rechtshaid (già al suo fianco agli esordi, collaboratore di – tra gli altri – Madonna, Kylie Minogue, Sky Ferreira) e Oscar Holter (Katy Perry, Christina Aguilera, Tove Lo) e a musicisti come Daniel Lopatin (il suo progetto Oneohrix Point Never è uno dei più amati dai seguaci della scena elettronica e sperimentale statunitense) e Rina Sawayama (che compare al fianco della cantautrice in “Beg for you”). Per le ballate – l’unica, “Every rule”, è un pezzo tutto sintetizzatori, tastiere e voce che sembra uscire fuori da un episodio di “Stranger Things”, tanto per restare in tema Anni ‘80 – non c’è spazio: Charli XCX va dritta al punto senza girarci intorno. Vuole scatenarsi e far scatenare, incarnando quell’euforia da normalità che sta accompagnando l’uscita del mondo dal tunnel della pandemia.

Non ci sono solamente riferimenti agli Anni ‘80, nel disco, ma anche alla decade successiva: è un omaggio al periodo d’oro della pop music. Per intenderci: ascoltate l’intro di “Good ones” e provate a non pensare al riff dei synth di “Sweet dreams (Are made of this)” degli Eurythmics. Qui e là sono poi nascosti riferimenti a Janet Jackson e Cyndi Lauper. Alcune citazioni sono esplicite. In “Beg for you”, prodotta da Digital Farm Animals (nome da band dietro al quale si nasconde il dj londinese Nick Gale, che ha prodotto hit per Dua Lipa, Little Mix, Anne-Marie e altri), Charli XCX campiona “Don’t cry” del gruppo eurodance belga Milk Inc. (saliti alla ribalta tra la fine degli Anni ‘90 e i primi Anni Duemila con hit come “Walk on water”, “In my eyes” e “Losing love”). In “Used to know me” campiona la hit house pop “Show me love” di Robin S., successo degli Anni ‘90. In “How can I not know what I need right now” c’è invece un sample di “Saturday love” di Cherrelle e Alexander O’Neal.

In “Costant repeat” la reference sembra essere Lady Gaga. Ai tempi di “Poker face” e “Born this way” la signorina Germanotta era una campionessa del citazionismo pop, titolo che poi ha perso per strada – purtroppo – con i suoi successivi lavori, diventando sempre più auto e sempre meno etero-referenziale: è a quel titolo che sembra puntare ora Charli XCX. E con “Crash” vince a mani basse.

Tracklist

01. Crash (02:09)
02. New Shapes (feat. Christine and the Queens and Caroline Polachek) (03:20)
03. Good Ones (02:16)
04. Constant Repeat (03:09)
05. Beg For You (feat. Rina Sawayama) (02:48)
06. Move Me (02:27)
07. Baby (02:39)
08. Lightning (03:57)
09. Every Rule (03:03)
10. Yuck (02:18)
11. Used To Know Me (02:25)
12. Twice (03:14)

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