Il diavolo nei dettagli degli Spoon

La rock band texana ritorna con "Lucifer On The Sofa", suonando insieme vintage e moderna. Ma anche irresistibile, proprio come le tentazioni.

Recensione del 13 feb 2022 a cura di Marco Di Milia

Voto 8/10

Il diavolo sta nei dettagli. E a sentire gli Spoon anche sul divano, secondo quanto fissato nel loro decimo album in carriera, “Lucifer On The Sofa”, pubblicato quando la band di Austin, Texas, si appresta a festeggiare il traguardo dei primi tre decenni di attività.

Fieri esponenti di un underground che riesce a mettere insieme chart e carattere, il cantante e chitarrista Britt Daniel, il batterista Jim Eno e soci - l’organico è ora completato da Alex Fishel alle tastiere, Gerardo Larios alle chitarre e dall’ultimo acquisto Ben Trokan al basso - ritornano con un disco che, al solito, unisce una poetica e una cifra stilistica fuori dall’ordinario. Così, nel nuovo lavoro, convergono umori differenti, vellutati e pure abrasivi, che, saccheggiando sia dal rock degli anni Novanta, che da elementi sparsi tra pop, funk, blues, elettronica, psichedelia e molto altro ancora, si combinano ora con suggestioni fumose e alquanto notturne. Su tutto domina la voce dolcemente melliflua di Daniel che, tanto nei brani più decisi come nelle ballad più introspettive, aggiunge al programma un tocco di gustosa ambiguità.

L'ora delle tentazioni 

Il disco si apre un po’ inaspettatamente con una cover, “Held”, recuperata dal ricco canzoniere di Smog, alias Bill Callahan, che gli Spoon riescono a fare loro attraverso una ritmica spigolosa e il cantato declamante di Daniel. Vengono dettati in questo modo i tempi di un album carico di una ruvida sensualità che ruota intorno ai sentimenti, alla solitudine e al piacere dei sensi. L’atmosfera sembra scaldarsi ancora di qualche grado sul torrido riff di “The hardest cut”, mentre le tentazioni fanno la loro comparsa in “The devil & Mister Jones”, in un esplicito riferimento alla pellicola “The devil & Miss Jones” di Sam Wood (ma con buona probabilità anche alla quasi omonima versione hard del 1973). Si passa quindi tra brani carichi di grinta come la liberatoria e radiofonica “Wild” e una pianistica “On the radio” o la più uggiosa “Feels alright” per cambi di registro, boogie elettrici, delicate ugge e riferimenti che connettono a più riprese Verve, ZZ Top e Stones.

In “Satellite” il cantante si sente come un satellite incapace di separarsi dall’orbita della persona desiderata che in “My baby” riesce a farsi emotivo e romantico, fino a una ammiccante title track, dove finalmente prende forma quella carnalità a lungo inseguita in tutta la scaletta del disco, tra le pulsazioni ipnotiche della batteria, i contrappunti del sax e una storia di assenza e vecchie sigarette lasciate in una stanza ormai abbandonata.

Sinistro e passionale

Alle nostre latitudini la percezione degli Spoon è quella di un piccolo fenomeno di culto, eppure a ogni sua uscita la band texana è riuscita a dare nuovo slancio al proprio percorso, diventando negli anni una delle band di riferimento della musica indipendente americana e non solo. E non fa eccezione l'ultimo “Lucifer On The Sofa”, la cui produzione è stata affidata a Mark Rankin, intercettato da Daniel e compagni per il lavoro fatto con in precedenza con i Queen Of The Stone Age. Restituendo al gruppo la possibilità di catturare in studio parte dell’energia della propria dimensione dal vivo, il disco riesce ad essere sinistro e passionale, vintage e moderno in un colpo solo, pur essendo questo “Lucifer On The Sofa” un album molto più diretto e lineare del precedente “Hot throughts”. “La migliore musica rock non consiste nel combinare patch e campioni. Riguarda ciò che accade in una stanza” ha detto a proposito Britt Daniel. Perché, naturalmente, quando di mezzo c’è odore di zolfo, qualche godimento non può di certo mancare.

Tracklist

01. Held (04:44)
02. The Hardest Cut (03:13)
03. The Devil & Mister Jones (04:36)
04. Wild (03:13)
05. My Babe (03:47)
06. Feels Alright (02:56)
07. On The Radio (03:19)
08. Astral Jacket (03:46)
09. Satellite (03:45)
10. Lucifer On The Sofa (05:09)

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