Franco126 esclude il ritorno?

La recensione di "Uscire di scena", l'Ep con il quale il cantautore trasteverino chiude il cerchio di "Multisala": una sorta di director's cut che completa il film (guardando sempre a Califano).

Recensione del 21 gen 2022 a cura di Mattia Marzi

Voto 7.5/10

Prendetelo come una sorta di director’s cut, questo nuovo disco di Franco126. Più che l’ideale successore di “Multisala”, l’ultimo, bellissimo album del cantautore trasteverino, “Uscire di scena” è un Ep che completa il disco pubblicato la scorsa primavera. Contiene quattro pezzi che per stile, sonorità e atmosfere si rifanno in tutto e per tutto a quelli di “Multisala”: cortometraggi d’autore in cui l’ex sodale di Carl Brave anziché guardarsi dentro, come faceva nei pezzi del suo primo album da solista “Stanza singola”, si guarda intorno, regista di personaggi e circostanze che racconta attraverso il suo sguardo e la sua penna d’autore.

Copertina à la Califano: c’è un’asta del microfono al centro dell’immagine, del fumo sul palco e Franco126 che si gira di spalle e fa per andarsene (esclude il ritorno?). Che Franco126 fosse uno dei più califaniani – se non il più califaniano in assoluto – tra i cantautori italiani di nuova generazione lo avevamo capito da tempo (guardate la copertina di “Stanza singola” e confrontatela con quella di “Secondo me, l’amore…”, che il Califfo pubblicò nel ’75 – dentro c’erano gioiellini come “Io me ‘mbriaco”, “Malinconico tango”, “Primo di settembre”, “È la malinconia”): ai concerti del suo primo tour da solista era solito far partire “Minuetto” prima dell’inizio dello show e in scaletta c’era pure un medley di “Io non piango” e “La mia libertà”.

Lo spirito del compianto cantautore romano – con il quale Franco126 ha pure inciso un duetto virtuale, “Cos’è l’amore”, insieme a Ketama – torna puntualmente a fare capolino nelle sue canzoni, e quelle di “Uscire di scena” non fanno eccezione. Ascoltate “Solo al mondo”, che sembra una “Roma nuda” 2.0: “Mi sa che è ora di ritornare / in giro non ci sta più un’anima / un gatto mi vede passare / si nasconde sotto una macchina”. ‘N amico nun ce sta che può consolare Franchino, stasera. Oltre a “Solo al mondo” dell’Ep fanno parte il singolo “Fuoriprogramma”, che ha anticipato l’uscita del disco (è stato pubblicato a un anno esatto da “Blu jeans”, il singolo apripista di “Multisala”), “Scandalo” e la title track “Uscire di scena”, che in un modo o nell’altro si rifanno tutti alla poetica del Califfo, a volte per sonorità scanzonate e testi irriverenti (come “Scandalo”: “Scandalo, la prima pagina grida allo scandalo / hanno imbrattato il cielo, è stato un vandalo / il solo testimone è un gatto strabico / che se la ride sotto i baffi”), altre volte per l’attitudine da viveur (come in “Fuoriprogramma”: “L'ascolta da un orecchio solo / lascia un bacio di rossetto sopra una Marlboro / e anche se si comporta sempre a modo / quando c'è da rispondere risponde sempre a tono”).

I pezzi sono tutti prodotti da Stefano Ceri, per gli amici semplicemente Ceri, musicista trentino classe 1990 già al fianco di Franco126 in “Stanza singola” e lo stesso “Multisala” (qui e là c’è lo zampino di Pietro Di Dioniso della band culto della scena indie romana I Mostri, di Ramiro Levy dei Selton, che suona pure le chitarre e il basso in “Uscire di scena”, mentre i cori sono di Colombre). Il film è ora completo e non dobbiamo fare altro che gustarcelo tutto d’un fiato.

Tracklist

01. Fuoriprogramma
02. Scandalo
03. Solo al mondo
04. Usicre di scena

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