Dopo nove anni di silenzio segnati da difficoltà, sofferenze fisico-psichiche e crisi creative che lo hanno portato a fare altro (nella moda, ma anche il regista di videoclip per colleghe come Billie Eilish e Dua Lipa), torna Stromae con un disco che è la conferma di un talento unico.
Una tavolozza sonora sempre più ricca
“Moltitude” è una raccolta di 12 canzoni che arricchisce un mondo sonoro originariamente già vasto. Se nei primi due dischi infatti il 36enne cantanta belga riusciva a fondere magistralmente l'urgenza poetica dell'hip-hop e il fascino dance della musica elettronica, oggi Stromae arricchisce la sua tavolozza sonora di molta Africa, atmosfere orchestrali (molti brani sono accompagnati dall'Orchestra Nazionale del Belgio e gli arrangiamenti d'archi sono di Bernard Letort), le pulsioni reggaeton - rendendolo piacevole anche a chi non lo digerisce - ma anche riprendendo i codici classici della canzone francese.
Il brano d'apertura “Invaincu” segna il grande ritorno e con un brillante afrobeat Stromae reclama il trono che gli spetta, unendo con grandeur ma anche compattezza e sintesi (il brano più lungo dura 3 minuti e 15 secondi) tutti le trame sonore che si dipaneranno nel resto del disco. Ogni canzone ha un elemento sonoro caratteristicoche lo contraddistinge , dal ritornello irresistibile di “Santé” al brillante xilofono di “C'est Que Du Bonheur”, dall'atmosfera estiva e allegra “Mon Amour” fino al matrimonio di quartetto d'archi e glitch di “Fils de Joie”. Soprattutto c'è la voce di Stromae, precisa e intensa, che anche chi non conosce il francese ne intuisce il carico emotivo contenuto in ogni singola strofa.
Un titolo che racconta tutto
Stromae fondamentalmente è uno straordinario narratore che contiene whitmaniamente moltitudini.
Ogni canzone è una storia da raccontare in cui a volte Stromae recita i personaggi (in "Fils De Joie" il cantante belga gioca in tanti ruoli, dal figlio della prostituta al cliente, dal poliziotto al pappone), ma altre volte si pone come protagonista principale con testi profondamente autobiogafici. È il caso dell'iniziale “Invaicu” in cui parla della sua vittoria contro la “maladetta malattia” (“Finché sono vivo, sono imbattuto”) o come ne “L'Enfer”, la cui esibizione al telegiornale francese ha fatto aumentare le chiamate al numero del servizio sanitario francese di prevenzione al suicidio, dove bilancia depressione e solitudine con la consapevolezza di non essere l'unico a sentirsi a vivere questa situazione.
È proprio l'empatia la grande forza e chiave del successo di Stromae: ogni argomento – ci sono anche canzoni che raccontano della genitorialità, della sofferenza della donna e della convivenza di coppie infelici – è sempre trattato con grande cura e in modo eloquente.
Nonostante i tanti argomenti trattati, anche dolenti, “Moltitude” è un disco che regala speranza e ottimismo e lo fa soprattutto nelle ultime due tracce “Mauvaise journée” e “Bonne journée” che rappresentano i dolori e le gioie della vita, e dove Stromae chiude e si concentra sul bicchiere mezzo pieno.