Luogo di provenienza: Toscana
Anno di formazione: 2005
Indirizzo Myspace: http://www.myspace.com/vandemars
Canzone: “My Cage”
Cinque elementi. Batteria, basso, voce e due chitarre. Sound noisy , grezzo e spigliato, voce tagliente, e buone idee. Si parte nel 2005 con il progetto Vandemars. Viaggio spaziale con l’obiettivo di riscoprire sonorità perdute, missione d’avanguardia. A distanza di tre anni, il viaggio ha cambiato la band, ha cambiato il sound. L’esperienza insegna e i tratti si fanno più spigolosi: via il clarinetto e dentro una seconda chitarra. Tappe a Siena in Rock, Italia Wave e Arezzo Play Festival, giusto per fare il pieno di consensi e ripartire verso la volta celeste. E che cosa si può vedere dal telescopio di Dallo Spazio? Vediamo una band solida e interessante, dotata di piglio personale che fa dell’alternative la sua bandiera da depositare su questo o quell’altro pianeta. Silvia Serotti alla voce per dare un’anima ad una melodia che ricorda da vicino i maestri della musica alternativa primi anni novanta, e qualche spruzzata retrò nel modo di portare avanti il discorso musicale che non disdegna il paragone con il lato oscuro degli anni ottanta e una spruzzata, perché no, di progressive. Un viaggio nel tempo e nello spazio a ritroso che consegna all’ascolto pezzi decisi e cadenzati come "Send it" e "My Cage", fusioni equilibrate di momenti dilatati, voce e distorsione. "Victim" ne è un ulteriore esempio. Ottima "Good faker", costruita molto semplicemente, ma in maniera efficace sullo scontro di voce e melodia. Concentriamoci però su "My cage", pezzo di riferimento e tappa obbligatoria in questo tour spaziale. Grande tappeto sonoro tessuto dalle chitarre di Stefano Romani e Gabriele Coppi, dal basso di Francesco Pititto e dalla voce a volte lieve, a tratti ruggente di Silvia. Francesco Bucci alla batteria per dettare i tempi. E avanti verso l’infinito in tre minuti scarsi. Interessante pensarli dal vivo, amplificati e dotati di maggiore tempo per dilatare e distorcere ancora di più questa stimolante declinazione italiana di un genere spesso troppo lontano dal nostro paese. Musica sfaccettata e controllata anche quando la tentazione di pigiare indiscriminatamente sull’acceleratore e lasciarsi andare è forte, dimostrazione di maturità nonostante la giovane età. Sarebbe curioso invece vedere di che cosa sarebbero capaci i nostri 5 alle prese con durate più consistenti, e parlo di 8, 10 minuti e più. Ttempistiche in grado di mettere a frutto e far risaltare quella capacità di costruire momenti sognanti e paesaggi ampi che la band dimostra di saper generare. Pescare quindi un po’ di più nel progressive vecchia maniera. Può essere un’idea. Oppure no. Ad ogni modi i Vandemars hanno già intrapreso un cammino degno di nota. Un piccolo passo per noi verso la scoperta di nuovi suoni, un grande passo per i Vandemars. Benvenuti nello spazio.
(Marco Jeannin)
Per ascoltare il brano “My Cage” dei Vandemars andate sulla nostra pagina Myspace . Qui potete segnalarci la vostra band per la rubrica “Dallo Spazio”.