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03/12/1998
Linton Kwesi Johnson in Italia: «Non ho a che fare col rap»
Su "La Stampa" intervista a Linton Kwesi Johnson, in Italia per tre concerti e per partecipare al Premio Ciampi: Torino (3 dicembre), Firenze (4 dicembre) e Milano (5 dicembre). L’oggi 46enne professore universitario e artista ha da poco pubblicato un disco intitolato "More time". Dice Johnson: «Non penso di essere un padre del rap. Penso di essere responsabile di aver popolarizzato la poesia con il reggae, ma il rap no. E’ un ottimo fenomeno, dà voce ai ragazzi. Ma nel rap c’è del buono e del cattivo come dovunque. (...) Non vedo miei "eredi". Ma un sacco di gente che scrive poesie e racconti e riempie teatri, mi dice di aver preso ispirazione da me (...) Fin dall’infanzia amo il basso perché è lo strumento più vicino alla parola: per me il linguaggio è soprattutto suono (...) C’è stata una grande ranaissance (testuale, n.d.r.) della poesia nel mondo anglosassone. Un poeta inglese un giorno mi ha detto che la maggior parte della gente ignorava la poesia perché la poesia ignorava la maggior parte della gente. Oggi invece la poesia è rilevante per le persone comuni, tratta temi che hanno a che fare con la condizione umana e con la vita di tutti i giorni».