La band napoletana ha spiegato di aver lavorato a lungo su questo disco, più elettrico e dance per molti versi del precedente “Sanacore”, e di aver tratto giovamento dal lavoro svolto con una delle figure principali della cultura dub, vale a dire il bassista Bill Laswell. L’album vede la partecipazione di numerosi ospiti, tra cui almeno uno italiano che merita una citazione, vale a dire Pino Daniele (“l’abbiamo coinvolto soltanto come musicista, cosa che lui ha apprezzato tantissimo. Chiedete a Pino di suonare e gli farete il regalo più grande”).
Il discorso si è poi spostato su Napoli, città nella quale la scena musicale in questo momento è meno vitale di quanto sembri, e su uno degli artisti preferiti del gruppo, Nino D’Angelo: “Nino è stato molto importante, perché è quello che ha inventato la musica per i bravi guaglioni dei quartieri. Prima di lui c’era musica gangsta’, lui è riuscito a dare presentabilità anche ad un’altra tradizione popolare e ad un altro pubblico, che è lontano dal napoletano dello stereotipo, quello mariuolo, ma lavora perché non se la sente di andare a rubare. Per me è una sorta di Marvin Gaye italiano”, ha detto a proposito Raiss).
Tornando alla musica, il gruppo ha manifestato intenzioni ‘cosmopolite’, dichiarando di aver voglia di uscire dai confini nazionali e di portare la propria musica (interrazziale per definizione e per concetto) in giro per il mondo. A questo proposito il gruppo ha annunciato per il prossimo 22 aprile (giorno del compleanno del cantante Raiss) la partenza del proprio tour dal Palavobis di Milano.