Da tempo ammalato di Aids, si è spento all’età di 74 anni Mel Cheren, noto negli Stati Uniti come “the Godfather of disco”.
Aveva iniziato l’attività professionale nel 1959 presso la ABC/Paramount, a stretto contatto con artisti come Ray Charles, Paul Anka e B.B. King, e si era appassionato alla nuova musica da ballo ai tempi in cui dirigeva il reparto produzione della Scepter. Fondata nel 1976 una sua etichetta, West End Records, fu tra i primi sostenitori del formato discomix nonché il primo discografico a pubblicare un brano strumentale sul lato b di un dodici pollici per consentirne un uso “creativo” ai deejay (il pezzo si chiamava “We’re on the right track” ed era interpretato dagli Ultra High Frequency). La prima uscita dell’etichetta, una versione dance di “Sessomatto” di Armando Trovajoli (dall’omonimo film di Dino Risi del 1973), fu tra i primi dischi manipolati da Grandmaster Flash (nella foto) e dalla nuova generazione di “scratchers” mentre “Hot shot” di Karen Young, 800 mila copie vendute, resta tuttora uno dei dance mix di maggior successo di tutti i tempi. .
Finanziatore del Paradise Garage, uno dei templi della vita notturna newyorkese tra la metà dei Settanta e degli Ottanta, Cheren era anche un pittore di talento (suoi dipinti sono stati usati per le copertine di dischi di artisti come John Lee Hooker e Sonny Rollins) e un appassionato sostenitore delle cause gay.