Il software anticopia che impedisce di ascoltare su qualunque tipo di lettore digitale i file scaricati legalmente da Internet conta sempre meno sostenitori, anche tra le case discografiche.
Dopo EMI e Universal, anche un altro colosso come la Hollywood Records (gruppo Walt Disney) ha deciso di effettuare dei test di mercato con file privi di DRM sui negozi virtuali di Amazon e Walmart, limitati per ora a 30-40 titoli. La stessa Walmart, che ha una presenza ancora marginale sul mercato digitale statunitense (2 %) ma molto incisiva su quello tradizionale (22 %), ha addirittura imposto un ultimatum a Warner Music e Sony BMG: se non abbandoneranno il formato WMA protetto per convertirsi all’mp3, ha fatto sapere, provvederà in tempi brevi (metà dicembre - metà gennaio) a rimuoverne i prodotti dal suo catalogo.
Amazon (quota stimata del 3 %, finora, sul mercato americano dei download) lancerà da parte sua una grossa operazione promozionale pro mp3 in collaborazione con Pepsi in occasione del Super Bowl di febbraio (nel 2004, la celebra marca di bevande analcoliche aveva fatto lo stesso con iTunes, ma in quel caso si trattava di file con incorporato il DRM). Durante la campagna, che durerà un anno intero, i consumatori di Pepsi potranno scaricare gratis un brano digitale per ogni cinque tappi di bottiglia collezionati: in palio ci sono un miliardo di canzoni sotto forma di mp3. Non si sa ancora quanti e quali case discografiche parteciperanno all’operazione, dal momento che nella circostanza Amazon intende offrire alle etichette una fetta di incassi più ridotta: circa 40 centesimi di dollaro per download, contro i 70 che sono lo standard di mercato fissato dalla Apple. Ma potrebbe essere l’occasione buona per Sony BMG, che dopo aver permesso al suo braccio distributivo RED di chiudere accordi con Amazon per le etichette indipendenti che rappresenta, è intenzionata a saggiare le potenzialità dell’mp3 anche sul suo repertorio. A quel punto a difendere strenuamente il DRM resterebbe solo la Warner.