Mentre in Italia e in altri paesi la situazione resta fluida e incerta (il solo general manager Alessandro Massara al momento è dato per certo in Universal, vedi News), dall’Inghilterra arriva notizia che solo 5 dei 45 dipendenti della V2, approssimativamente, troveranno posto negli uffici della major.
Tra questi ci sarà l’amministratore delegato Tony Harlow ma non il managing director David Steele, che al settimanale Music Week ha esternato i suoi sentimenti: “La realtà è che a Universal interessano solo alcuni dei nostri artisti e la Co-Op (il network di marketing e promozione che affilia diverse etichette indipendenti europee, vedi News). Ma così vanno le cose oggi nell’industria. Le etichette vengono comprate e perdono la loro identità, e V2 è solo un’altra che scompare”. .
“La nostra idea originale”, ha ricordato Steele a proposito dei suoi undici anni in V2, “era di costruire una grande etichetta sul modello di quello che erano la Island o la Virgin, basate su un grande roster di artisti proiettati verso una lunga carriera. E’ triste che chiuda proprio ora che il primo gruppo che abbiamo messo sotto contratto, gli Stereophonics, va per la quinta volta in testa alle classifiche degli album più venduti”.