RADIODERVISH
IN CONCERTO IL 30 MAGGIO A ROMA E IL 10 GIUGNO A MILANO
I Radiodervish tornano sul palco per due concerti imperdibili: domani, mercoledì 30 maggio, a Roma (Auditorium Parco della musica) e domenica 10 giugno a Milano (ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini).
La Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma farà da scenario, mercoledì 30 maggio (ore 21.00 - Per informazioni: www.auditorium.com), ad un concerto scandito da ritmi mediterranei e mediorientali, un linguaggio musicale originale ed innovativo nel quale i suoni eleganti e l’energica sezione ritmica si intrecciano a testi multilingue cantati in italiano, arabo, inglese e francesce. Sul palco insieme a Nabil (canto e chitarre) e Michele Lobaccaro (basso e chitarre) ci saranno: Alessandro Pipino (tastiere), Anila Bodini (violino) e Antonio Marra (batterie e percussioni).
Domenica 10 giugno, invece, i Radiodervish saranno a Milano (ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini – per informazioni: www.olinda.org) dove inaugureranno l’edizione 2007 del Festival “Da vicino nessuno è normale” con il progetto “Amara Terra Mia – tra parole e musica”, che narra di terre, viaggi, partenze e approdi, nel quale alcune delle canzoni più notte scritte da Nabil e Michele Lobaccaro si intrecciano con i testi letti dall'attore Giuseppe Battistion.
Ad accompagnare i Radiodervish in questo spettacolo ci saranno Giuseppe Battiston (voce recitante), Alessandro Pipino (tastiere) e Anila Bodini (violino). Progetto luci e allestimento scenico Vincent Longuemare.
“Amara Terra mia” (pubblicato su etichetta Radiofandango, distribuito edel) è un omaggio a un grande interprete della musica italiana, Domenico Modugno (del quale i Radiodervish reinterpretano il brano “Amara terra mia”), e un richiamo alle opere di Adonis, Gotthold Ephrain Lessing, Antonio Gramsci e Franco Cassano. Parole e musiche raccontano i legami tra Oriente e Occidente, la precaria mobilità e la fragilità di essere umani in costante movimento, non soltanto fisico e corporeo, ma anche psichico e intellettuale. Perché amara è la terra lasciata, quando le radici si sradicano, nella ricerca dell’altrove; amara è la terra trovata, la meta raggiunta, dove non è facile trovare spazi e dignità di vita. Amara è la terra di chiunque viva un’esistenza straniera, per ragioni di sopravvivenza o per motivi politici, religiosi o culturali.
I Radiodervish nascono a Bari nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, già assieme nella precedente formazione Al Darawish. La differenza culturale delle loro origini dà vita a canzoni che sono intese come piccoli laboratori all’interno dei quali si svelano varchi e passaggi tra oriente ed occidente, le cui tracce sono i simboli e i miti delle culture del Mediterraneo, luogo di confine che unifica nel momento stesso in cui separa. Il risultato è un raffinato disegno sonoro tracciato dall’incontro della melodia con testi multilingue che affondano le radici sia nella tradizione araba che nella musica d’autore italiana, e che li rende originali ed innovativi nel panorama della world music come in quello cantautorale. Presenti nei principali festival, nelle rassegne e nei teatri di tutta Italia (dal Premio Tenco al festival di Villa Arconati a Milano, da Arezzo Wave alla Notte della Taranta al Mantova Musica Festival), vantano anche importanti esibizioni all’estero: Beirut, Bruxelles, Atene, Parigi al prestigioso Théatre de l’Olympia. In otto anni di attività, con al fianco sempre Alessandro Pipino che lavora con loro nella composizione e negli arrangiamenti, hanno collaborato con numerosi musicisti internazionali da Noa ad Amal Morkus, da Rim Banna a Nicola Piovani, dai CSI a Jovanotti, Stewart Copeland e l’Orchestra Araba di Nazareth.
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