L’album, suonato quasi totalmente dal musicista romano nelle notti tra un set e l’altro, vede la sua compagna, Claudia Gerini, già protagonista del film, cantare in un brano del disco (“Nina de luna”) e firmare due testi. “Questo disco inizialmente era pensato solo come una colonna sonora, ma giorno dopo giorno mi sono ritrovato ad aver nuove prospettive. Non volevo più raccontare solo le mie emozioni, ma raccontare anche le storie di altre persone. Questo mi ha reso più un narratore rispetto al passato”, ha spiegato Federico. “In questo album ho dato più importanza agli strumenti. Ho usato un vecchio vocoder e una vecchia tastiera Prophet, che devi accendere e far scaldare un’ora, altrimenti è stonata. Il bello di queste macchine è che devono essere un po’ scassate, arrugginite, imprevedibili”.
Il nuovo album dei Tiromancino vede il ritorno di una vecchia collaborazione, quella tra Federico e il fratello Francesco: “Il nostro rapporto si è appianato dopo tanti anni difficili. Lui ha scritto una canzone per me, 'Non per l’eternità', che io ho interpretato. Ma non è l’unico componente della mia famiglia che ha partecipato a questo disco, con mio padre Domenico ho composto il singolo 'L’alba di domani' e 'Poveri uomini'”.
Nella colonna sonora, oltre ad una canzone in inglese e una in spagnolo, fa capolino anche un brano di Franco Califano rivisitata in versione strumentale: “Avevo una scena in cui c’era un concerto di musicisti zingari e così ho scelto di riscrivere il brano di Franco, che considero uno dei più grandi autori della musica italiana”.
Da giugno fino a settembre i Tiromancino saranno in tour in Italia e, probabilmente, lo spettacolo sarà influenzato dalla recente l’esperienza cinematografica di Zampaglione: “Fino ad oggi non ho posto molta attenzione nel lato visivo dei nostri spettacoli, ma ora ho delle idee in mente che vorrei realizzare, anche se ora è troppo presto per dire qualcosa di certo”.