E’ scomparso a 90 anni, per cause naturali, l'ex discografico americano Irving Green, cofondatore della Mercury Records. L’etichetta, da lui creata nel 1945 assieme a Berle Adams e Arthur Talmadge, fu una delle prime a oltrepassare le barriere razziali che negli Stati Uniti separavano il mercato pop bianco dai cosiddetti “race records”, pubblicando dischi di artisti come Sarah Vaughan, Dinah Washington e Platters e portando in testa alle classifiche, nel 1964, "Hello Dolly" di Louis Armstrong; lo stesso anno fu anche la prima casa discografica "bianca" a ingaggare come dirigente un uomo di colore, il produttore e arrangiatore Quincy Jones.
Dopo la vendita del marchio alla PolyGram, avvenuta a metà degli anni ’70, Green si dedicò al mercato edilizio e immobiliare, prima in Iran e poi, dopo la rivoluzione khomeinista, concentrando la sua attività nella ricca area californiana di Palm Springs. Dopo la fusione tra PolyGram e Universal la Mercury passò in proprietà a quest’ultima, che ne utilizza tuttora il marchio per le pubblicazioni di artisti come Elton John, Mark Knopfler, Def Leppard e di giovani emergenti come JoJo e Robert Post.
Dopo la vendita del marchio alla PolyGram, avvenuta a metà degli anni ’70, Green si dedicò al mercato edilizio e immobiliare, prima in Iran e poi, dopo la rivoluzione khomeinista, concentrando la sua attività nella ricca area californiana di Palm Springs. Dopo la fusione tra PolyGram e Universal la Mercury passò in proprietà a quest’ultima, che ne utilizza tuttora il marchio per le pubblicazioni di artisti come Elton John, Mark Knopfler, Def Leppard e di giovani emergenti come JoJo e Robert Post.
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