“Profondo rosso”, film e colonna sonora compiono 50 anni (1)

Cinevox e AMS li celebrano con un box di vinili in edizione limitata

Dal 21 novembre, per celebrare il 50° anniversario di “Profondo rosso”, il film-capolavoro di Dario Argento con l’iconica musica dei Goblin, entrambi divenuti cult in tutto il mondo, arriva un box da collezione in edizione limitata a 450 copie.

Il box, curato da Carlo Bagnolo per la Cinevox Record e da Matthias Scheller per la AMS, include:

 2 LP set: “Profondo rosso” dei Goblin

Una ristampa speciale in doppio vinile con copertina apribile e artwork inedito che include la colonna sonora originale pubblicata 50 anni fa dalla Cinevox Record, più un disco bonus con una raccolta di brani con la musica effettivamente utilizzata nel film.

1 LP 12”: “Canzoncine per bambini” dei Calibro 35

Un LP di 6 tracce con 5 composizioni inedite dei Calibro 35 e la cover di “School at night” da loro appositamente registrata per l’occasione. Gli altri brani sono filastrocche per l’infanzia cantate da un coro di bambini. Il progetto si ispira a una delle scene chiave del film, in cui il protagonista entra in un negozio di dischi e ha in mano un LP di canzoni per bambini.

1 libro: “Nel rosso più profondo” di Fabio Capuzzo

Un libro in formato LP, in inglese, contenente una delle analisi più dettagliate e approfondite mai scritte sul film e sulla colonna sonora di “Profondo Rosso”, firmato da Fabio Capuzzo, uno dei massimi esperti italiani in materia.

La cover box lenticolare rivela la scena chiave del film, trasformando questa edizione in un vero e proprio oggetto da collezione.

Claudio Simonetti e Fabio Pignatelli, ritrovatisi proprio per questo progetto, incontreranno il pubblico il 21 novembre alla Discoteca Laziale di Roma, l’1 dicembre a Milano all’Hard Rock Cafè, poi a Bologna e altre città.

Dal libro di Fabio Capuzzo abbiamo tratto, per gentile concessione di AMS, le pagine che trattano specificamente della colonna sonora; ve le propongo in due parti, una qui sotto e l’altra in uscita domani.

 

La musica e il missaggio

Una volta terminato il montaggio, Argento affidò la colonna sonora di Profondo Rosso a Giorgio Gaslini — rinomato jazzista italiano, diplomato al Conservatorio di Milano, compositore di musica contemporanea e sinfonica, e autore di colonne sonore — che era coinvolto nel progetto sin dalla pre-produzione, avendo già musicato Le Cinque Giornate e la serie televisiva Door into Darkness.
Per Le Cinque Giornate (in cui appare anche in un cameo), Gaslini aveva scritto una partitura classica eseguita dall’orchestra della Scala, comprendente anche una rielaborazione sintetica della Gazza ladra di Rossini — un omaggio apprezzatissimo da Argento, grande ammiratore di A Clockwork Orange (1971).
Per Door into Darkness aveva utilizzato un linguaggio jazzistico, talvolta persino free jazz, molto apprezzato dal regista.

In un’intervista concessa a Ciao 2001, mentre si trovava alla moviola con Luigi Cozzi (regista dell’episodio Il vicino di casa), Gaslini spiegò così il proprio metodo di lavoro:

“La colonna nasce prima nella mente del regista. È lui che mi dà il segnale, il tono. Poi ci sediamo alla moviola e guardiamo tutto il film. Quando individuiamo i punti in cui vuole musica, ci fermiamo e prendo i tempi esatti in secondi...
Alla fine vedo quanti pezzi devo preparare. In questo film TV, per esempio, ho dovuto comporre trentadue minuti di musica... Poi andiamo in studio: mentre suoniamo, la scena interessata viene proiettata su un grande schermo, così posso controllare i punti di sincronismo...”

Il compositore aveva persino suggerito che il protagonista del nuovo film fosse un insegnante di jazz anziché uno studente di musica: un tocco autobiografico, essendo stato il primo docente di jazz al Conservatorio di Santa Cecilia.

Argento si recò quindi negli studi Orthophonic ad ascoltare il materiale registrato da Gaslini l’11 febbraio 1975. Apprezzò molto School at Night (preparato in cinque versioni), i passaggi jazz e il tema Gianna, ma trovò gli altri brani orchestrali meno efficaci — alcuni privi di una reale struttura armonica.
Mancavano inoltre i temi principali; quando Argento chiese di ascoltarli, gli furono presentate soltanto improvvisazioni pianistiche in stile jazz, cosa che lo irritò.
Gaslini sembra si fosse attenuto troppo rigidamente alla sceneggiatura, componendo soltanto per le scene dove era indicata musica e tipo musicale: ad esempio, non aveva scritto un tema specifico per gli omicidi oltre alla ninna nanna del killer già prevista.

Argento aveva ormai deciso che il film necessitava di sonorità molto più aggressive e moderne, adeguate alle immagini: pensava all’espressionismo rock dei Pink Floyd, Emerson, Lake & Palmer, Genesis, e a Tubular Bells di Mike Oldfield.
Glielo spiegò chiaramente, ma Gaslini rifiutò di riorchestrare o dedicare ulteriore tempo, essendo impegnato con concerti improrogabili.
Con meno di un mese all’uscita nelle sale, Argento chiese a Carlo Bixio—capo della Bixio e editore musicale del film—di contattare i gruppi rock che aveva in mente.
Negli anni successivi Argento racconterà di aver incontrato molte band personalmente—talvolta menzionando Pink Floyd, Genesis, Deep Purple, ELP—ma molte di queste dichiarazioni sono mitizzazioni retroattive (ad esempio la storia secondo cui i Pink Floyd avrebbero rifiutato perché impegnati in The Wall… nel 1974!).

A quel punto, date le tempistiche impossibili e i costi altissimi, Bixio propose ad Argento di ascoltare i brani di un album ancora inedito (Cherry Five, pubblicato poi nel gennaio 1976) registrato da un gruppo completamente sconosciuto: Goblin.

I Goblin provenivano dal gruppo Oliver, formato nel 1973 da Claudio Simonetti e Massimo Morante, cui si erano uniti Fabio Pignatelli e Carlo Bordini. Dopo alcuni demo e audizioni a Londra, entrarono in contatto con Enrico Simonetti e quindi con Bixio, proprietario dell’etichetta Cinevox.
Gli Oliver divennero Goblin nel febbraio 1974 (non all’epoca dell’uscita di Profondo Rosso, come spesso raccontato).
Bixio li impiegò come session player per vari film mentre preparavano il loro primo album. Il batterista Bordini lasciò per disaccordi contrattuali e fu sostituito quasi subito da Walter Martino.
A febbraio 1975 la formazione era: Simonetti, Morante, Pignatelli, Martino, Tartarini.

Argento e Nicolodi ascoltarono le registrazioni dei Goblin e ne rimasero profondamente colpiti: l’introduzione del brano The Swan Is a Murderer fu una rivelazione — al punto da essere usata subito in un trailer provvisorio al posto della musica di Gaslini.

Bixio presentò il gruppo ad Argento, che li invitò nella sua nuova casa (ancora senza elettricità). Alla luce di candele e con un registratore a batterie, il regista fece ascoltare loro la musica che aveva in mente: hard rock, progressive, Tubular Bells, The Exorcist...
I Goblin capirono immediatamente che erano sulla stessa lunghezza d’onda.

Bixio incaricò allora i Goblin di registrare versioni rock di Wild Session e Deep Shadows, brani composti da Gaslini ma non ancora registrati. Il jazzista fornì loro soltanto gli accordi di base.
Secondo Pignatelli:

“Gaslini ci portò melodie di otto battute… e noi dovevamo farne brani di 4-5 minuti! In pratica, a parte Gianna e School at Night, il resto dell’album lo abbiamo composto noi.”

Il 18 febbraio i Goblin registrarono Wild Session e Deep Shadows: Wild Session divenne un brano jazz-rock con un’introduzione tratta da The Swan Is a Murderer, Deep Shadows fu di fatto riscritto: tema accelerato e distorto, seconda parte completamente originale, ispirata ai Gentle Giant.

Argento ne fu entusiasta, e Nicolodi insistette per affidare al gruppo anche i temi originali del film, ancora mancanti. Gaslini, a quel punto, si fece da parte.

Nel seminterrato di Simonetti i Goblin cominciarono a lavorare: Pignatelli tirò fuori un vecchio riff per chitarra acustica ispirato a My God dei Jethro Tull, Morante lo ristrutturò alternando misure in 7/4 e 8/4, Martino ideò una melodia di sette note in 3/4 al Minimoog, Simonetti scrisse le parti di tastiere e pensò al finale d’organo. In due ore il tema di Profondo Rosso era pronto.

Il 21 febbraio il gruppo registrò Profondo Rosso, creando un loop di sette minuti unendo i nastri ad anello, poi incisi nuovamente su multitraccia.
Per il finale, Simonetti utilizzò l’organo a canne della chiesa “Tempio del Sacro Cuore Immacolato di Maria per la Pace”, sopra gli studi Orthophonic, registrato con due microfoni Neumann U67.

Nelle ore successive i Goblin incisero Mad Puppet (nuova versione di Deep Shadows) e altri brevi spezzoni di collegamento.
Quando si trattò di preparare il tema degli omicidi, Death Dies, Simonetti e Martino erano fuori Roma per un concerto, così furono chiamati i fratelli Antonio e Agostino Marangolo, amici e collaboratori del gruppo.

Morante ricorderà:

“Facemmo la colonna sonora di Profondo Rosso in pochissimo tempo. Gaslini non piaceva a Dario, che ci disse: ‘Ragazzi, perché non ci provate voi?’. Passammo la notte nello studiolo di Claudio, e la mattina dopo arrivammo con Profondo Rosso.”

Nel 1996 Argento spiegò come riuscì ad assumerli:

“Come produttore ero libero. Nessun produttore mi avrebbe permesso di prendere dei ragazzi sconosciuti come i Goblin: mi avrebbero imposto Cipriani, Morricone…
Ma avevo ascoltato un loro disco, sapevo che erano stati in Inghilterra, che erano bravi, e sapevo che sarebbero stati perfetti. Di Gaslini ho usato soltanto pochi pezzi: quelli per la sensitiva del teatro e la ninna nanna del bambino. Il resto è, a tutti gli effetti, dei Goblin.”

Una volta terminata la registrazione, i nastri furono consegnati ad Argento, che curò il missaggio finale agli studi S.A.F.A. Palatino di Roma.
 

Una volta concluse le sessioni di registrazione dei brani musicali preparati per il film, i Goblin tornarono in studio per creare una versione più strutturata di Death Dies, con un arrangiamento concepito appositamente per l’uscita discografica.
Per questa nuova registrazione vennero richiamati i fratelli Marangolo, invece di Simonetti e Martino. Le incomprensioni reciproche e i rapporti già tesi tra i musicisti — tutti particolarmente determinati a imporre la propria visione artistica (da cui i continui litigi che segnarono la storia dei Goblin) — culminarono nell’abbandono del gruppo da parte di Simonetti e Martino, formalizzato con un addendum al contratto datato 18 marzo 1975.

I due ritenevano che la nuova band Simonetti–Cerri–Martino, formata con il bassista Stefano Cerri (figlio del chitarrista jazz Franco Cerri), potesse avere maggiori possibilità di successo rispetto ai Goblin.

Nel frattempo, venne preparato il master dell’album. Il 27 febbraio i nastri furono spediti alla Fonit e il 3 marzo fu completata la matrice del disco, consentendo di avviare la fase di stampa. In concomitanza con l’uscita cinematografica del film, Cinevox pubblicò la colonna sonora su LP, musicassetta e Stereo 8.

L’edizione in vinile presentava una grafica curata nei dettagli. La copertina utilizzava un’immagine tratta dalle foto promozionali del film — un campo rosso interrotto da una frattura più scura, evocazione della sequenza in cui Marc scopre l’affresco rivelatore. L’apertura a libro conteneva una recensione del film e una selezione di foto dal set, mentre il retro mostrava una foto a colori della band, probabilmente scattata nel gennaio 1975, con Pignatelli, Morante, Simonetti, Martino e Tartarini nel salotto della casa della famiglia del chitarrista. La foto proveniva da un servizio precedente, motivo per cui appare anche Tartarini, pur non avendo partecipato alle registrazioni della colonna sonora.

Il disco era accreditato ai Goblin, ma il retro specificava: “Musiche di Giorgio Gaslini; idee, arrangiamenti ed esecuzione dei Goblin.”
La prima tiratura, con etichetta nera, riportava solo i titoli dei brani e il nome “Goblin”, indicando che la direzione orchestrale di School at Night e Gianna era di Giorgio Gaslini. Su insistenza del gruppo, Cinevox realizzò una nuova etichetta che accreditava Simonetti, Morante, Pignatelli e Martino come autori dei brani del lato A, e Gaslini come compositore del lato B (anche se l’introduzione di Wild Session era chiaramente opera esclusiva dei Goblin). In seguito Cinevox modificò anche la busta interna, aggiungendo il logo dei Goblin e cambiando i crediti in “Musiche dei Goblin e Giorgio Gaslini”.

Fabio Capuzzo

(prima parte - domani la seconda parte)

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