Marracash, sotto una foto che li ritrae insieme e che annunciava il loro brano collaborativo “Fanculo”, ha scritto: “Gigante”. Un endorsement che ha un valore, che ha un peso. Se Marra decide di metterci la firma e di essere al fianco di un emergente, è inevitabile che si accendano dei riflettori su quel nome, a maggior ragione perché il rapper della Barona, oggi, al contrario di diversi colleghi, centellina e sceglie con cura maniacale i suoi feat, inserendosi solo dove può spingere avanti il suo racconto. A portarsi a casa questo attestato di stima è 22simba, un rapper originario di Saronno, nella provincia di Varese, classe 2002, che ha appena pubblicato l’ep “La cura”, il culmine di una ricerca sonora e di scrittura durata anni. I suoi primi pezzi su Spotify risalgono al 2021. Il numero nel suo nome d'arte è sia un riferimento al numero di maglia dell'ex-calciatore brasiliano Kaká sia un tributo al rapper Cranio Randagio, venuto a mancare l'anno in cui avrebbe dovuto compiere proprio 22 anni.
Il progetto di Andrea Meazza, questo il suo vero nome, è composto da 9 tracce e, oltre a Marra, c’è la collaborazione anche con Silent Bob su “4 Zeri”. “Marra è un mentore, Silent un fratello”, dice 22simba. “La cura” è interessante per diversi motivi: il primo è l’urgenza. Oggi molti dischi non hanno una profondità, nel senso che appaiono come dei compiti, magari fatti bene, sia chiaro, ma privi di qualche cosa di primordiale, di un’esigenza artistica, di una verità. Tutte le tracce di 22, complice anche il timbro di voce e le parti rappate rabbiose a denti stretti, arrivano dirette e vere. Si sente che il giovane rapper deve fare uscire quei pensieri, deve sputarli fuori.
Alla fine il rap che cos’è? È uno strumento per innalzare la propria identità. Ecco, 22simba, che in alcuni primi frangenti può ricordare un bel mix tra Blanco e nayt, ci riesce appieno, distinguendosi. “È curioso perché è come se queste canzoni le avessi già avute dentro di me, è come se fossero già state scritte, io ho solo dovuto completare il loro viaggio. ‘Fanculo’, per esempio, l’ho sognata: il ritornello e la melodia sono arrivate quando mi sono svegliato…”, prosegue. Un altro elemento che svetta sono le produzioni che sono al servizio del mood dei vari brani, siano questi più malinconici, narrativi o da battaglia. Sono beat ricchi di richiami strumentali e di variazioni, che permettono un racconto ampio: Timon, il più presente, Massimo D'Alessio, Shune, Marz, Gianmarco Biancardi e altri sono gli architetti del suono. Non sono i classici beat trap, ma tappeti che hanno radici piantate nella musica suonata.
Poi c’è il racconto: 22simba, in questo ep, dove “Cornici” funge da cerniera tra le due parti del progetto, racconta una scalata sociale e sentimentale, ma lo fa scappando da ogni cliché. Parla di lavoro, di strada, di famiglia, di amore, di amicizia, di ambizioni, ma non c’è alcun elemento caricaturale come rappa in “Fammi un sorriso” dove crudezza e sentimenti si mischiano, rievocando l’approccio emotivo di XXXTentacion. Il contesto? La provincia: non è certo un caso che, in precedenza, a “benedirlo” sia stato anche Massimo Pericolo con cui collaborò in “Opel”. Quello che insegue 22 è un miglioramento personale, curativo delle ferite: “Miglioro se m'impegno, m'illumino d'immenso”, rappa citando Ungaretti. Ma Andrea, nonostante la giovane età, sembra aver già capito come gira il mondo: “Io sono il colpevole, io sono lo schiavo. Io però sto bene, da vent'anni lo sognavo. Io non starò bene neanche arrivasse la cima”, dice con estrema lucidità in “Ti dirò”, traccia importante per capire l’ep. L’arrampicata di questo lavoro, come confermano le canzoni finali, tra cui “Non moriremo qui”, lascia comunque un sapore amaro, di incompiuto. “Non c’è un lieto fine. È un finale alla BoJack Horseman. Perché? Perché è vita vera”, conclude 22simba.
Per ampliare il viaggio, è importante anche curare l’immaginario. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla veste grafica: le illustrazioni curate dall’artista Nina Zejjari arricchiscono il mondo visivo del disco, fondendo musica e arte figurativa. A ciascun formato fisico sarà possibile aggiungere un fumetto, andando a costruire un racconto parallelo che completa l’universo di 22simba. All’interno di questo fumetto prende forma il mondo interiore del rapper, popolato da pensieri luminosi e oscuri. Il gatto rappresenta la speranza, un filo conduttore che ha accompagnato 22 lungo il suo percorso e che, quando appare, porta con sé un senso di positività. La figura femminile incarna l’amore: un’energia potente e vitale, capace di donare luce, ma anche di distrarre e allontanare dal cammino. A fare da contrappunto c’è il “cruccio”, una nube di fumo che lo segue ovunque e che dà forma ai pensieri negativi, destinati a dissolversi quando la speranza e l’amore riescono a prevalere.