Pensate a una festa popolare, la prima che vi viene in mente. Moltiplicatela per dieci, per cento, per mille. Ecco la Notte della Taranta, che da ventotto anni accende ogni estate il piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani a Melpignano, comune di circa duemila anime in provincia di Lecce.
È qui che sabato 23 agosto si è svolto l’evento che alcuni - forse esagerando - definiscono “la Woodstock del Salento”, per rimarcare il senso di appartenenza e condivisione che caratterizza questa celebrazione collettiva della pizzica e della cultura popolare salentina in chiave contemporanea, in dialogo con le culture e le tradizioni musicali del mondo, trasmessa in diretta su Rai3, Rai Italia, Rai Radio2 e RaiPlay.
Il pre-Concertone
La “Festa Adriatico Balcanica” ha aperto il pre-Concertone de La Notte della Taranta, portando sul palco, per la prima volta in un unico spettacolo, canti, musiche e danze di Italia, Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania, sotto la direzione di Enza Pagliara, la “voce del Salento”. Per il terzo anno consecutivo l’evento ha confermato l’impegno della Fondazione nella salvaguardia delle lingue minoritarie, dal griko al francoprovenzale, valorizzate attraverso le esibizioni di studenti e musicisti professionisti.
Un equilibrio tra grande evento e festa popolare
Oltre 100 mila persone - di cui molte in fila già dalla notte, anche sotto la pioggia, per conquistare i primi posti, le mani che battono a tempo, i tamburelli che si muovono a ritmo, locals e turisti arrivati dall’Italia e dall’Estero - la Puglia registra un aumento costante di turisti stranieri - per un concertone che, per dirlo con le parole di Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino che quest’anno celebra 50 anni di attività, “appartiene a tutti. Al territorio, a chi ama questa musica. Una notte in cui il pubblico si sente protagonista quanto chi sta sul palco, con i suoi tamburi e le danze sfrenate. La ricchezza di questo evento sta proprio qui: nel suo essere percepito come una grande festa popolare, inclusiva e a dimensione umana”.
“Sotto lo stesso cielo”
“Festa” e “pace” le parole chiave dell’edizione 2025 intitolata “Sotto lo stesso cielo”, che si è aperta con un omaggio a Pippo Baudo. Un titolo che senza troppi giri di parole rappresenta un richiamo a valori universali e alla mescolanza di culture che ogni anno viene celebrata come una grande occasione per crescere e sentirsi parte di qualcosa di più grande. “La cultura unisce, crea ponti. Non divide mai, non conosce nemici, pone le basi per la convivenza civile”, ha spiegato il Presidente della Fondazione La Notte della Taranta, Massimo Bray, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento. “Il nostro è un territorio che da sempre accoglie e si contamina e che continua a farlo”, ha aggiunto la sindaca di Melpignano Valentina Avantaggiato.
Un concetto emerso anche visivamente nella scenografia realizzata da Leftloft a partire da disegni originali di Pietro Ruffo di un corteo di giovani che manifesta danzando per la pace e nelle coreografie di Fredy Franzutti, che insieme al Corpo di Ballo della Notte della Taranta si è posto una sfida ben precisa: “portare la pizzica dalle strade al palcoscenico senza snaturarla”. Esperimento riuscito, nonostante il corpo di ballo, stilisticamente impeccabile, sia risultato per alcuni meno verace rispetto alle precedenti edizioni.
Da Giuliano Sangiorgi a Ermal Meta: gli ospiti di quest’anno
Lunghi applausi per il maestro concertatore David Krakauer, che ha riarrangiato tutti i brani della serata. “Queste settimane sono state una grande opportunità di parlare e conoscersi davvero, andando oltre i convenzionali ‘buongiorno’ e ‘come va’” ha detto trovando d’accordo anche Ema Stokholma, nuovamente alla conduzione dell’evento. “Il Salento è una terra che non ti fa sentire mai fuori luogo - ha commentato la conduttrice di origini francesi - come l’abbraccio di una madre”.
Dietro ogni brano, ogni interpretazione, uno studio attento da parte dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta, vera anima dell’evento, che partendo dalle fonti - voci e andamento ritmico - ha costruito uno spettacolo di musica live, intesa come viva. Un lavoro corale a cui anche gli ospiti hanno dato il loro personale contributo. A cominciare da Giuliano Sangiorgi, arrivato dal Giappone dove è in tour con i Negramaro, che ha interpretato accompagnato dall’Orchestra “Lu rusciu de lu mare” e “Quannu te llai la facce” e che ha presentato in anteprima il videoclip di “Lu Carcaluru”, brano scritto per la prima volta in una koinè salentina per raccontare la drammatica scomparsa degli ulivi del territorio a causa della xylella.
Ermal Meta, per la prima volta all’evento, si è esibito con “Mediterraneo”, dal suo ultimo album “Buona fortuna”, e “Lule Lule” in lingua arbëreshe. “La Notte della Taranta è un rituale molto importante” ha affermato in conferenza stampa. “Penso che le tradizioni, quando vengono ripetute, funzionino come una manutenzione culturale. Non dimentichiamoci che siamo sotto lo stesso cielo, ma soprattutto sopra lo stesso mare”.
Tra le protagoniste della serata anche Serena Brancale con la sua “Anema e core” e con “All’acque, all’acque”, una pizzica della tradizione barese, e Anna Castiglia che ha interpretato “Ghali” e reinterpretato il canto popolare salentino “Beddha ci dormi”, spiegando che “è stato al contempo facile e difficile approcciarsi alla tradizione salentina in quanto il dialetto è molto simile a quello siciliano, che ho cercato di lasciare fuori da questa esperienza”.
Apprezzata la scelta di dare voce e spazio alla giovane di origine palestinese TÄRA, che fonde sonorità R&B con melodie della sua cultura d’origine. “La resistenza è innanzitutto culturale” ha spiegato l’artista che ha cantato ‘Araba fenice’. “Siamo tutti popoli del Mediterraneo e abbiamo tante cose in comune, che in questa occasione esprimiamo attraverso la musica”.
Una serata di conferme e di grandi ritorni. Come quello di Antonio Castrignanò, che si è ripreso il suo pubblico dopo sette anni di assenza dovuta a divergenze interne, facendo scatenare grandi e piccoli con “Aria caddhipulina” e “Funtana gitana”.
Sul palco anche Settembre, che lo scorso Sanremo ha vinto la categoria Nuove Proposte, e gli storici collaboratori del maestro Krakauer Kathleen Tagg, SarahMK - che ha portato il rap nella tradizione salentina, scelta innovativa che non ha convinto tutti - e Yoshie Fruchter.
Seppur qualche lacuna resta ancora da colmare - un agognato ritorno all’autenticità, ospiti maggiormente coinvolti e qualche approfondimento in più sulla storia del Salento e delle sue tradizioni. La Notte della Taranta si conferma un importante momento identitario e universale che ci ricorda, come sottolineato dalla Stokholma in chiusura, prima della tradizionale “Kalinifta” della buonanotte, che “una terra senza musica è una terra senza storia”.
Scaletta:
Pizzica di Aradeo
Mujerima pe’ la musica è pazza
Quando te lai la facce
Lu rusciu de lu mare
‘Sta strada
Nun aggiu vistu mai sole de notte
Anema e core
All’acque all’acque
None none nanna
Aria Gaddhipullina
L’acqua de la funtana
Nunna nunna
Mediterraneo
Lule lule
La furtuna
La coppula
Ghali
Beddha ci dormi
Vertebre
Der heyser bulgar aremu
Pizzicarella
Pizzica di San Vito
Nazzu nazzu
Pizzica indiavolata
Lu giustacofane
Zumpa Ninnella
Teresina
Saluterò di nuovo il sole
Araba fenice
Rirollala
Kalinifta