La band psichedelica australiana King Gizzard & the Lizard Wizard ha annunciato la rimozione quasi totale del proprio catalogo musicale da Spotify (dove hanno oltre un milione e mezzo di ascoltatori mensili), in segno di protesta contro gli investimenti del CEO della piattaforma, Daniel Ek, nel settore bellico. La notizia, accolta con clamore da fan e colleghi artisti, è solo l’ultimo episodio di una crescente ondata di dissenso contro le grandi piattaforme di streaming. Un’onda che sta arrivando, molto tiepidamente, anche in Italia: Willie Peyote, recentemente, durante un concerto a Napoli ha parlato della questione. Qui un pezzo sui precedenti internazionali e su alcune scelte analoghe di artisti italiani.
Intanto il gruppo ha diffuso la propria posizione tramite un post social netto e diretto: “Daniel Ek investe milioni nello sviluppo di droni militari basati su intelligenza artificiale. Noi abbiamo deciso di togliere tutta la nostra musica da Spotify. Possiamo fare pressione su questi tech-bro alla Dottor Male? Unitevi a noi su un’altra piattaforma”. Il riferimento è al fondo di investimento Prima Materia, fondato da Ek, che ha recentemente destinato oltre 600 milioni di euro all’azienda tedesca Helsing, specializzata in soluzioni di difesa ad alta tecnologia. Helsing collabora con diversi governi europei per lo sviluppo di sistemi militari autonomi. Non è finita: i King Gizzard hanno immediatamente rilanciato su Bandcamp una raccolta di demo intitolata provocatoriamente “Out Everywhere Except Spotify (fuck Spotify)”, sottolineando la loro volontà di offrire musica “in ambienti più trasparenti ed eticamente sostenibili”.
La loro presa di posizione si aggiunge a quella di altri gruppi della scena alternativa, tra cui Deerhoof e Xiu Xiu, che hanno avviato un processo di uscita da Spotify per motivazioni analoghe. Questi artisti criticano da tempo la piattaforma per i compensi bassissimi verso i musicisti e la mancanza di trasparenza nella gestione dei ricavi. Se per anni il dibattito si è incentrato sulle royalty e sulla qualità sonora, oggi Spotify si trova al centro di una questione etica ben più profonda: può una piattaforma di intrattenimento essere guidata da un imprenditore che investe nella produzione di armi intelligenti? I King Gizzard, forti della loro indipendenza discografica e di un seguito fedele, tutt'altro che irrilevante, si candidano a diventare un piede di porco che spalanca la porta su questo tema delicato e dai più risvolti.
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27/07/2025