Domenica 13 luglio 1985 mi apprestavo a compiere 32 anni, e già da dieci anni mi occupavo professionalmente di musica, con mansioni diverse e a volte contemporanee: giornalista, direttore di un negozio di dischi, direttore di radio private, discografico…
Nonostante l’incontro/scontro con la realtà concreta del funzionamento dell’industria musicale, che un po’ di illusioni già me le aveva ridimensionate, conservavo allora ancora intatta la passione per la musica che mi aveva spinto a intraprendere quella strada abbandonando – ormai definitivamente – gli studi universitari. Perciò, quando cominciò a circolare anche in Italia la notizia dell’imminente evento (allora non si chiamavano ancora “eventi”, per fortuna) organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats, e quando si seppe che anche da noi il “Live Aid” sarebbe stato visibile in TV, mi organizzai al meglio possibile per l’epoca: chiesi in prestito a un amico un videoregistratore semiprofessionale (sistema Betamax), e allestii il salotto della casa dei miei genitori – un salotto tradizionalissimo, con buffet, controbuffet e apparecchio televisivo sull’apposito carrello con ruote – in maniera da poter documentare ogni momento del concerto. Collegai il Betamax alla TV, feci un paio di prove di funzionamento, e all’inizio della trasmissione ero pronto con il dito sul pulsante “rec” – il tavolo era fornito di mezzi di sussistenza, cibo e bevande, per poter rimanere attivo fino al termine (sedici ore… ma forse qui la memoria mi tradisce: probabilmente la trasmissione in Italia terminò dopo dodici ore).
E lo rimasi tenacemente, infastidendomi di quando in quando per un commento a parer mio troppo invadente dei conduttori italiani – non ricordo chi fossero – pronto a sostituire la videocassetta al volo per non perdere nessun momento dello spettacolo, e assentandomi solo lo stretto necessario per qualche necessità fisiologica.
Fu una maratona faticosa ma molto emozionante, che ricordo abbastanza nitidamente, a dispetto del fatto che quelle quattro o cinque videocassette in Betamax ormai sono praticamente inutilizzabili, dato che non ci sono più macchinari capaci di riprodurle e quindi non ho più avuto modo di rivederle, se non in qualche video semiufficiale di YouTube.
Rileggere i due libri e i due articoli di questo mixtape speciale mi ha riportato a galla quelle emozioni di allora. Sarà l’età, sarà che, come si dice, una cosa come quella non potrà più succedere – nostalgia canaglia! -; ma, insomma, ho rivissuto con piacere una memoria incancellabile, e mi auguro che lo stesso accada leggendo questo speciale - a chi c'era nel 1985; e gli altri, spero che ne riescano a cogliere l'importanza di un avvenimento per il quale la parola "epocale" non è esagerata.