Cosa è successo quest’anno al festival di Glastonbury

Dai Kneecap a Neil Young, passando per Charli XCX: i momenti clou del Coachella d’Europa.

Per tre giorni, da venerdì a ieri, ha monopolizzato l’attenzione dei media britannici e più in generale dell’Europa intera, confermandosi ancora una volta come il Coachella del Vecchio Continente. Il festival di Glastonbury ha radunato nella cittadina di Pilton, nel Somerset, nel sud-ovest dell’Inghilterra, 210 mila spettatori: gli abbonamenti per l’intero weekend, messi in vendita lo scorso novembre e andati sold out in 35 minuti costavano 373,50 sterline, vale a dire 435 euro. Anche quest’anno non sono mancate, oltre a memorabili esibizioni, anche le polemiche. E poi sorprese, colpi di scena e grandi annunci. Raccontare tutto quello che è successo a Glastonbury 2025 è impossibile: ecco alcuni dei momenti clou di questa edizione del festival.

Neil Young si è esibito (e ha fatto pace con la Bbc)

L’esibizione di Neil Young, headliner della terza giornata del festival, ieri sera, era una delle più attese. All'inizio dell'anno, dopo che era stata già annunciata la sua partecipazione a Glastonbury, il 79enne musicista sorprese tutti annunciando il suo ritiro dalla kermesse. Il motivo? Quella che definì come «eccessiva ingerenza» della Bbc: «Io e i Chrome Hearts non vedevamo l'ora di suonare a Glastonbury, uno dei miei concerti all'aperto preferiti in assoluto. Ci è stato detto che la Bbc è partner di Glastonbury e voleva che facessimo un sacco di cose in un modo che non ci interessava. Sembra che Glastonbury ora sia sotto un controllo aziendale e non è più come lo ricordavo», fece sapere Young, pur senza rivelare quali fossero le richieste della Bbc. Tempo ventiquattro ore e Neil Young fece marcia indietro, confermando la sua presenza a Glastonbury. Alla vigilia di Glastonbury, però, il nome di Neil Young non figurava, misteriosamente, nel palinsesto degli show trasmessi dalla Bbc, riaprendo la querelle. Solo successivamente dei portavoce dell'emittente britannica hanno spiegato che si trattava di una «scelta dell'artista»: era stato Neil Young a chiedere esplicitamente alla Bbc di non diffondere immagini e audio del suo show. Infine la Bbc ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato di essere «lieta» di confermare che Young sarebbe stato incluso nel suo palinsesto. Young ha dato il via al suo set con una versione acustica di “Sugar Mountain”, prima di essere raggiunto dalla sua band, i Chrome Hearts, per “Be the rain” dei Crazy Horse. Ha anche suonato un brano tratto dal repertorio di Crosby, Stills, Nash & Young, “Name of love”, prima di concludere il set con “Old Man” e “Rockin' in the free world”.

Gli altri headliner: i 1975 e Olivia Rodrigo

La prima giornata, venerdì, è culminata con l’esibizione dei 1975. La band ha suonato anche la polemica canzone del 2018 “Love it if we made it”, una di quelle contenute nell’album “A brief inquiry into online relationships”, in cui parlavano di temi come i vizi della società moderna, l'ipocrisia e la disinformazione, facendo riferimento nel testo alle proteste per l'inno nazionale statunitense, la morte di Alan Kurdi, la morte di Lil Peep e Donald Trump. Sabato è toccato invece a Olivia Rodrigo, che alla vigilia ha avuto pure la benedizione di Ed Sheeran. Il rosso cantautore di Halifax ha ospitato la popstar sul palco del suo show a Hyde Park per un duetto sulle note di “The A Team”: «Sono un fan di Olivia da quando Drivers license mi ha fatto rimanere a bocca aperta all'inizio del 2021», ha detto Sheeran. A Glastonbury, invece, al suo fianco c'era nientemeno che Robert Smith dei Cure, con il quale Rodrigo ha cantato "Friday I'm in love" e "Just like heaven".

Doechii e Charli XCX

Sabato sera si è esibita Doechii, la rapper che con “Anxiety” ha conquistato tutti, vincendo pure il Grammy Award come “Miglior album rap” con il suo “Alligator Bites Never Heal”. Il New Musical Express ha definito lo show come «una masterclass di hip-hop». Contemporaneamente su un altro palco si è esibita Charli XCX. Il Guardian ha assegnato cinque stelle su cinque alla siua esibizione: «Una popstar all’apice del suo potere». Ma la regina delle “Brat girls” è stata accusata sui social di aver usato in maniera troppo massiccia l’autotune. Ha bollato le accuse come «commenti da boomer»: «Le accuse che cantare con l'autotune deliberatamente ti renda un impostore o che non avere una band tradizionale significhi improvvisamente che non sei un “vero artista” è tipo la cosa più noiosa di sempre. Sbadiglio, scusate, mi sono appena addormentata». E ancora: «Secondo me la migliore arte è quella che divide e provoca e spesso si evolve in una cultura davvero interessante, piuttosto che essere una cosa passabile, facilmente comprensibile e in un certo senso dimenticabile». Alla fine dello show delle fiamme hanno avvolto un telo con su scritto “Brat”: l’era dell’album dello scorso anno è ufficialmente finita, ora spazio al prossimo progetto discografico (al quale ha già iniziato a lavorare insieme a Jack Antonoff, produttore già al servizio di Taylor Swift, Lana Del Rey e Lorde). Tra gli spettatori c’era anche Gracie Abrams, inquadrata mentre ballava sulle note di “Apple”: il video è diventato virale.

I chiacchieratissimi Kneecap e i Bob Vylan

Il trio rap nord-irlandese, censurato dalle radio (i brani dell’album “C.E.A.R.T.A” del 2017 non furono suonati a causa di «riferimenti a droghe, politica e parolacce») sono saliti sul palco per un set molto atteso che li ha visti attaccare i loro detrattori, tra cui il primo ministro britannico Keir Starmer e Sharon Osbourne, oltre a suonare un nuovo brano e riaffermare la loro solidarietà con la Palestina e il gruppo di attivisti Palestine Action. La polizia di Avon e Somerset ha dichiarato che indagherà sulla loro esibizione: «Siamo a conoscenza dei commenti fatti dagli artisti sul palco di West Holts al Glastonbury Festival questo pomeriggio». Il riferimento è agli insulti che i Kneecap hanno rivolto proprio al primo ministro britannico, mandato senza giri di parole a quel paese. Altre polemiche hanno segnato l'esibizione dei Bob Vylan. Il frontman del gruppo ha cominciato a urlare al microfono «morte all'Idf», acronimo di forze di difesa israeliane, e gli spettatori si sono uniti in coro. L'ambasciata israeliana in Regno Unito si è detta «profondamente turbata». 

Il ritorno di Lewis Capaldi

Due anni fa a Glastonbury il cantautore di “Someone you loved” fu costretto a interrompere l’esibizione sulle note della hit nominata ai Grammy del 2020 come “Miglior canzone dell’anno” a causa dei tic provocati dalla sindrome di Tourette, di cui soffre. A distanza di due anni, Capaldi è tornato sul luogo del delitto: «Volevo solo venire qui e finire quello che non sono riuscito a finire la prima volta su questo palco. Voglio ringraziare tutti a Glastonbury per avermi dato questa possibilità», ha detto Capaldi.

Gli show a sorpresa

Anche quest’anno non sono mancati i “secret guests”, gli ospiti a sorpresa. Le Haim si sono esibite sul park stage sabato sera. Salendo sul palco, sono state accolte con entusiasmo da una folla stipata e hanno subito intonato la loro hit del 2013 "The wire", seguita da "Now I'm in it”: «Ogni volta che suoniamo a Glastonbury è un vero onore. Vi amiamo tantissimo», hanno detto. Il set è poi proseguito con diversi brani tratti dal loro nuovo album "I quit ", uscito una settimana fa, tra cui “Relationships”. Sempre sabato c’erano anche i Pulp, che però si sono presentati come Patchwork, per depistare gli spettatori.

La leggenda Rod Stewart

All’inizio del mese l’80enne star aveva cancellato sei concerti per proboemi di salute. Nello specifico una «influenza che lo ha costretto a fermarsi temporaneamente». La notizia aveva tenuto con il fiato sospeso i fan, che si chiedevano se non rischiasse di saltare anche lo show a Glastonbury nello slot “Sunday Legend”. Alla fine, Stewart si è esibito davanti alla folla del festival. Ma la sua esibizione è andata così e così: «Gli anni si sentono soprattutto nella sua difficoltà a sostenere le note trattenute», ha scritto il Guardian, assegnando alla performance solo tre stelle su cinque.

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