I "Lost albums" raccontati e spiegati da Bruce Springsteen
Il box "Tracks II - the Lost Albums" di Bruce Springsteen contiene un ricco booklet di 100 pagine, che si apre con con due introduzioni, una a firma dello stesso Bruce Springsteen, una a cura dell'archivista Erik Flanagan. Ecco la traduzione italiana dell'introduzione di Bruce Springsteen.
Welcome! di Bruce Springsteen
Questi sette album, per un motivo o per un altro, non hanno mai visto la luce. Dopo averli registrati, mixati e rivisti, ho sentito di aver trovato difetti tali da pormi delle domande sull’opportunità di trasformarli in uscite ufficiali. Ho sempre pubblicato i miei dischi con grande attenzione, assicurandomi di raccontare storie che avessero una loro coerenza, l’una dopo l’altra. Sono felice di averlo fatto, perché questo di solito garantiva che venisse pubblicato il meglio di ciò che avevo da offrire, creando un’immagine chiara nella mente dei miei fan di chi ero e dove stavo andando nella mia vita artistica, in quel momento. I dischi in questa raccolta non si inserivano coerentemente in quella storia e nel mio arco creativo.
LA Garage Sessions è stato inciso nell’83, tra Nebraska e Born in the U.S.A.. Ero ancora un po’ scottato dalla fama, non ero sicuro se pubblicare subito Born in the U.S.A. dopo Nebraska, e ho passato buona parte dell’anno successivo in California lavorando a un altro album, un’alternativa. Questo è il disco composto da quei demo di Los Angeles, nell’83.
Faithless è un lavoro che ho accettato (su commissione) per un film western spirituale, in lavorazione attorno al 2004. A Hollywood, ho scoperto, un progetto può scomparire nello fase di “sviluppo” per lunghi periodi di tempo: ho pensato di pubblicare ora questi brani e farvi sentire il risultato di questo interessante lavoro.
Molti di questi dischi sono nati d’impulso. Somewhere North of Nashville è stato registrato interamente durante i pomeriggi delle sessioni di Tom Joad. Oppure, come nel caso delle Streets of Philadelphia Sessions e di Twilight Hours, stavo semplicemente sperimentando con generi solitamente al di fuori del mio ambito, come l’electro pop e gli standard americani.
Inyo è un disco che ho scritto in California, durante lunghi viaggi lungo l’acquedotto californiano, fino alla contea di Inyo, mentre mi dirigevo verso Yosemite o la Death Valley. È uno dei miei preferiti. L’eccezione è Perfect World. Questo è un disco che ho messo insieme partendo da materiale che avevo tenuto per questo progetto. È l’unico tra questi non concepito originariamente come un album a sé: volevo solo un po’ di divertimento, un po’ di rumore e rock’n’roll per chiudere il pacchetto.
La bellezza di questi dischi, per me oggi, sta proprio nelle loro imperfezioni. Se fossero usciti all’epoca, forse avrebbero reso la mia carriera più interessante e spiegato cosa stavo facendo in un periodo in cui i miei fan capivano che stavo cercando una
direzione. Ho ascoltato questa musica per anni, spesso in compagnia di amici stretti.
Sono felice che ora anche voi possiate finalmente sentirla. Spero vi piaccia
Bruce Springsteen