Alla fine del videoclip di “Piangere a 90”, la canzone che lo scorso mese ha segnato il suo ritorno sulle scene dopo la crisi personale e artistica dell’ultimo anno, Blanco si gettava da un grattacielo che si stava sgretolando sotto i suoi piedi. Quando il cantautore di “Brividi” sembrava essere sul punto di schiantarsi al suolo, però, dal bianco e nero del video ispirato a “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders si passava di colpo alle immagini a colori e gli effetti speciali della clip venivano smascherati dalla voce di un regista che guardando con la testa all’insù Blanco appeso ad una gru dava indicazioni alla troupe. E mentre partivano le note di una nuova canzone, l’ex enfant terrible del pop italiano tirava fuori dalla tasca un coltello e tagliava i cavi che lo tenevano sospeso in aria, precipitando, stavolta sì, verso il suolo. Come è andata a finire? Bene: Blanco è caduto, ma in piedi. Si fa per dire. Nel senso che pur schiantandosi sul tettuccio di un automobile, Blanchito ha riportato giusto qualche graffietto. Almeno, così sembra guardando il videoclip di “Maledetta rabbia”, che è a tutti gli effetti il sequel di “Piangere a 90”.
Realizzato sempre dal collettivo Broga’s, lo stesso già dietro a quello del precedente singolo, il video è un’odissea psichedelica tra paranoie e visioni surreali. Lo switch improvviso di atmosfere riflette al centro per cento il cambio di sound tra le due canzoni: il pianoforte di “Piangere a 90” lascia spazio a sintetizzatori e drum machine, da una ballatona senza tempo si passa a un uptempo che strizza l’occhio agli Anni ’80. E cambiano anche i riferimenti, da “Il cielo sopra Berlino” all’eccentricità e alla schizofrenia di “Paura e delirio a Las Vegas” di Terry Gilliam.
Nella clip succede di tutto, ma proprio di tutto: c’è un uomo che si fa mettere lo smalto sulle unghie dei piedi mentre tiene gli stessi piedi sopra a un barbercue ardente, lo stesso sul quale un altro ad un certo punto spinge la testa di Blanco; ci sono due tizi inquietanti che tengono in braccio delle oche e le accarezzano, mentre una giraffa si aggira intorno a loro; c’è una donna vestita come una dama del ‘700 che fa per sparare con un fucile a Blanco, prima che quest’ultimo si metta a guidare in maniera a dir poco spericolata un’auto, mentre canta in playback “Maledetta rabbia”. Realtà o fantasia, frutto delle visioni psichedeliche di Blanco? Forse per scoprirlo bisognerà aspettare il prossimo capitolo della saga.