Immaginate di essere al concerto di Bruce Springsteen ad Anfield Road, lo stadio di Liverpool, e di assistere a un duetto a sorpresa tra il Boss e una rockstar che a Liverpool è di casa: Paul McCartney. È successo ieri sera agli spettatori del secondo concerto tenuto da Springsteen sul palco dello stadio della città che ha dato i natali ai Beatles: durante l'encore dello show, prima di eseguire i classici "Born in the USA", "Born to run", "Glory days" e "Dancing in the dark", il 75enne rocker del New Jersey ha chiamato sul palco l'82enne Macca, che lo ha raggiunto dal backstage nell'incredulità generale. I fan hanno ripreso tutto con i cellulari, postando i video in tempo reale sui social.
Springsteen e McCartney hanno duettato insieme sulle note di "Can’t buy me love" dei Beatles e del classico del rock'n'roll "Kansas City", brano reso popolare nel 1955 da Little Richard. Ecco i video del duetto:
Prima dello show, Springsteen e McCartney erano stati pizzicati insieme al Liverpool Institute of Performing Arts, accademia fondata dall'ex Beatle nel 1996. I due avevano duettato già nel 2022 durante lo show di McCartney al Glastonbury Festival e poi di nuovo durante una tappa a New Jersey del tour di Macca "Get Back", e ancora a Hyde Park a Londra.
Lo scorso anno McCartney ha premiato Springsteen agli Ivor Novello Awarda a Londra, quando il Boss è diventato il primo cantautore non inglese ad aggiudicarsi il premio dedicato ai compositori e agli autori musicali: «Springsteen è un nome olandese lo sapevate? Significa “uomo al potere”. Quindi visto che è al potere farò l’opposto di quello che fa lui ai concerti e la faccio breve. Gli ho detto: “È colpa tua. Una volta si suonava un’ora, un’ora e mezza. Coi Beatles si suonava mezz’ora”. E invece è arrivato lui e ora ci tocca a tutti suonare 3 ore», ha detto l'ex Beatle, scherzando, in quell'occasione. E poi: «Non mi viene in mente un artista internazionale che merita di più questo premio di Bruce, se non Bob Dylan o Paul Simon, Billy Joel, Beyoncé o Taylor Swift. Mi chiedo come sarebbe stato Bruce nei Beatles perché parlando di talento è sicuramente nella Top 5. È una persona fantastica, si è esibito a Glastonbury con me anche se me l’aveva promesso anni prima e poi non si era potuto fare causa covid. Pensavo non sarebbe più successo, e invece sì. È un ragazzo d’oro. È conosciuto come un gran lavoratore ma ha ammesso di non aver mai lavorato nemmeno un giorno nella vita, è vero».