Maria Antonietta e Colombre: "Amiamo le onde, non le correnti"

Il duo e coppia nella vita raccontano “Signorina buonasera”, primo tassello del joint album.

C’è la hall di un albergo, in riviera. Il suono delle onde del mare si trasforma in voce, risate, microfoni, anziani che cantano al karaoke. È lì che si incontrano, per la prima volta, Maria Antonietta e Colombre. È lì che tutto comincia. “Signorina buonasera” è il primo tassello del joint album dei due cantautori, duo e coppia nella vita. Un pezzo fresco e colorato come una granita che se assaggiata ha anche il potere di far viaggiare nel tempo. Letizia Cesarini e Giovanni Imparato, questi i loro veri nomi, dopo diversi dischi solisti, riconoscimenti e traguardi raggiunti, si mettono in gioco. Insieme.

La canzone parla di un primo appuntamento. È il vostro?
Maria Antonietta: Sì, c’è poca fiction (ride, ndr). Quando abbiamo ragionato su quale prima canzone avremmo potuto far ascoltare al pubblico, abbiamo pensato a questa perché è un primo appuntamento tra noi che diventa anche il primo appuntamento con chi ci ascolta, che può conoscere questa nuova fase del nostro percorso.

L’albergo della Riviera che citate esiste davvero?
Colombre: Hotel Leonardo, riviera adriatica. Le nostre zone, nelle Marche.

La canzone è fresca, ma ha anche echi anni ’60.
Colombre: C’era una sfida alla base: fare qualche cosa che unisse i nostri percorsi. Questo pezzo ha una radice quasi punk, se vogliamo dirlo, perché si fonda su tre accordi e questo secondo me la fa risultare contemporanea. Oggi molti brani pop hanno una struttura così, molto semplice. Anche negli anni ’90 ci sono stati casi di grandi hit, con la melodia che cambiava e cresceva, fondate su pochi accordi: penso a “Tonight tonight” degli  Smashing Pumpkins. In effetti ci sono anche gli echi anni ’60: probabilmente emergono perché viviamo al mare, l’atmosfera è quella (sorride, ndr). 

Il disco sarà così?
Maria Antonietta: Il disco è bello pazzo. È un album molto variegato, abbiamo giocato.
Colombre: Ci sono generi diversi, dal reggae al punk fino al cantautorato. Tutti tipi di musica che abbiamo ascoltato quando ci siamo conosciuti.
Maria Antonietta: È un disco scritto e composto insieme. È un grande trip, anche faticoso se vuoi perché comunque vivendo insieme ed essendo una coppia sei sempre dentro questo processo. Siamo molto fieri del risultato finale.
Colombre: Ti svegli al mattino e a colazione parli di come suona il basso, alla sera ripensi agli archi. Fare un disco, stando insieme, è stata una grande giostra.

Non avete citato, come genere, il pop.
Maria Antonietta: Quando lo faccio con i miei manager, convinta che un pezzo che ho realizzato sia “mega pop”, li spiazzo sempre (sorride, ndr). 
Colombre: Indubbiamente ci piace la melodia, ma è anche vero che c’è sempre qualche cosa di inquieto in quello che facciamo. Anche in questo primo singolo c’è un passaggio che ce lo ricorda: “Ci piacciono le onde, non ci piace la corrente. L’ho capito solo adesso, finalmente”.
Maria Antonietta: Ci riconosciamo in questo. Ci piacciono i sogni, le onde, gli errori.

Avete sempre collaborato nei vostri rispettivi dischi su testi e produzioni. E c’è anche un precedente“Io e te certamente”.
Colombre: Sì, l’aveva scritta lei, fa parte del mio ultimo disco. E l’abbiamo cantata insieme. Ci sono stati campanelli che ci hanno fatto capire che avremmo potuto fare un disco insieme. Alla fine abbiamo sempre collaborato di nascosto. Nei dischi di Letizia ho messo più volte lo zampino e anche lei mi ha dato diverse idee. Il disco è una celebrazione di questa relazione nascosta. Però era necessaria una motivazione.

Qual è stata?
Maria Antonietta: Una motivazione artistica. C’è chi lo fa per marketing o per un’operazione particolare, tutti motivi che vanno bene eh, ma a noi non bastavano. Per scrivere delle canzoni per noi ci deve essere qualcosa in più. Ed ecco che abbiamo aperto il cassetto giallo.

Il cassetto giallo?
Colombre: È il cassetto di un mobile in cui abbiamo ritrovato un hard disk che risaliva al 2011. Nella prima settimana in cui ci siamo conosciuti tirammo già delle canzoni e delle bozze. Riascoltandole, come se fosse archeologia sentimentale, siamo rimasti colpiti. Forse era già tutto scritto lì.
Maria Antonietta: Abbiamo completato qualche cosa di iniziato oltre dieci anni fa quando ci conoscevamo pochissimo. E lo abbiamo fatto ora che ci conosciamo bene. È come se quelle canzoni ci avessero aspettato.

Una coppia che fa musica oggi in Italia: come si sfugge all’effetto Coma Cose?
Colombre: I ragazzi sono fortissimi. Loro però a parte Fausto che aveva il suo progetto “Edipo”, nascono proprio come duo. Noi invece abbiamo i nostri percorsi che si sono intrecciati ora.
Maria Antonietta: Smarcarsi del tutto da questa domanda sarebbe presuntuoso, però effettivamente siamo diversi.
Colombre: Alla fine potremmo semplificare dicendo che tutte le coppie che fanno musica in Italia vivono nello stesso palazzo, ma ognuno ha il suo appartamento arredato in modo unico. Al Bano e Romina hanno l’attico. Poi ci siamo noi, i Coma Cose, i Laguna Bollente, la Rappresentante di Lista etc.

E se Al Bano viene a suonare per chiedervi il sale?
Maria Antonietta: Bellissimo. Sarebbe un cerchio che si chiude: il disco lo abbiamo registrato a Lecce, in Puglia, al Sudestudio che si trova vicino a una tenuta di cui è il proprietario Al Bano. 

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