Quelli che fanno Rockol (parte 1)

Pensieri, riflessioni, ricordi e auguri dai collaboratori attuali di Rockol

Gian Arnaldi

Ho condiviso molti dei 30 anni di Rockol. Praticamente tutti come lettore, tantissimi come discografico, quando Rockol era per me un partner unico per lo sviluppo e per la migliore visibilità mediatica di progetti discografici e artisti. Da molti anni ho poi la fortuna di essere collaboratore della testata, per occuparmi di eventi. E in questa veste sono orgoglioso di aver dato il mio contributo a creare e organizzare una delle pietre miliari di questi formidabili 30 anni: il Rockol Awards Live, l’evento live che da ben 8 anni premia i migliori album e live dell’anno coinvolgendo media, comunità artistica e lettori.
Buon compleanno Rockol!

Michele Boroni

Sarà stato intorno al 1998, io iniziavo a muovere i primi passi dentro l’industria musicale e già allora Rockol era il mio punto di riferimento nell’informazione. Un amico che lavorava nella comunicazione musicale mi invita a una conferenza stampa organizzata proprio da Rockol nello spazio a fianco alla Scala di Milano (allora era di Trussardi) al primo piano.
Ero convinto che si parlasse di musica, di nuovi artisti e di scene emergenti, ma eravamo all’inizio della new economy, e quindi trovo Giampiero Di Carlo disquisire con sicurezza ed entusiasmo di venture capital e di round di investimenti, di database, di piattaforme e di download. Ricordo che uscii da lì senza averci capito molto, ma assaporando in un certo senso l’idea di futuro.
Auguri Rockol!

Adelia Brigo

Rockol per me è sempre stato un punto di riferimento. Può sembrare una frase banale, ma se ripenso al ruolo che ha avuto nella mia formazione culturale direi che non lo è affatto. È stato ed è il mio quotidiano musicale di riferimento, è il portale dove ho cercato anche più volte al giorno notizie ma soprattutto stimoli, novità, idee e confronti. Il magazine online che grazie alle sue firme mi ha permesso di leggere recensioni, interviste e articoli sui meccanismi della discografia in Italia, i miei preferiti. Ancora oggi per me è una guida personale e poter collaborare con la redazione di Rockol e portare i miei contributi è un grande piacere, oltre che un arricchimento professionale importante e sempre stimolante. Buon compleanno Rockol e viva i tuoi 30 anni, portati benissimo.

Claudio Cabona

Quando da ragazzino sognavo di fare il giornalista e volevo informarmi sul mondo della musica, leggevo Rockol. Era la mia stella cometa. Oggi svolgo quella professione, faccio parte della redazione e a volte, fermandomi a riflettere, ripenso a quanto questo media mi abbia letteralmente cambiato la vita, permettendomi di allargare i miei confini lavorativi e di pensiero. Auguro a Rockol di continuare a essere un media in cui i lettori, il me ragazzino e il me di oggi possano trovare, sempre e per sempre, qualche cosa di curioso e che non conoscono.

Olimpia Colombo

Tanti auguri Rockol per questi 30 anni di attività, hai raggiunto un bel traguardo, direi proprio una ricorrenza da celebrare e festeggiare!
Se fosse un anniversario di matrimonio, sarebbero “nozze di perla”.
Le perle simboleggiano qualcosa di duraturo che si mantiene nel tempo e Rockol ha mantenuto nel tempo il sodalizio e l’amore per la musica e l’informazione musicale in tutte le sue forme.
Spero che questo “amore” duri ancora tanti anni e si mantenga sempre vivo nel tempo come accaduto per questi tre decenni.
Ti auguro di non perdere mai l’ardore, la grinta, la curiosità e quella caparbietà di costruire giorno dopo giorno un pezzo in più, guardando al futuro con entusiasmo, ed accogliendo sempre con ambizione nuove sfide.
Sono felice di festeggiare con Rockol questo traguardo, in questi anni di lavoro (quasi 25 per me!) ho avuto modo di crescere professionalmente e sono grata a Rockol per avermi insegnato tanto.
Questo 30esimo compleanno rappresenta una tappa importantissima, non un arrivo, ma un nuovo inizio, che mi auguro possa essere pieno di nuove opportunità di crescita e di innovazione.
Ma soprattutto auguro a Rockol che, a prescindere dalla meta, possa sempre assaporare il viaggio con la stessa determinazione e passione di quando è nato, proprio come se fosse il primo giorno, proprio come se fosse quel lontano 2 giugno 1995.
Cin cin Rockol! Cheers!

Fabrizio Di Carlo

Rockol compie 30 anni, un traguardo importante per una realtà che ha fatto della passione per la musica una vera missione, accompagnando fan e addetti ai lavori con contenuti di qualità, approfondimenti e tutto il meglio della scena musicale.
30 anni di Rockol... e 28 della mia vita!
Ci sono aziende in cui si lavora, e poi ci sono quelle in cui si cresce.
Per me, Rockol è molto più di un posto di lavoro, è il mio tempo, la mia storia.
In questi 28 anni ho visto cambiare il mondo della musica, la comunicazione, la tecnologia, ma la passione che ci muove è rimasta sempre la stessa, ed essere parte di questo percorso è motivo di orgoglio.
Buon compleanno Rockol, avanti tutta, e che il volume resti sempre alto!

Marco Di Milia

Trent’anni vissuti nel mondo oscuro degli algoritmi sono, a dir poco, fantascienza. In un'epoca in cui tutto può sparire con un clic, Rockol ha dimostrato di avere la scorza dura di un dinosauro e, soprattutto, migliori capacità di adattamento. Non certo per pura inerzia, ma grazie a visione, flessibilità e quel pizzico di ostinazione necessario per superare indenne ogni trasformazione lungo il cammino.
Da allora è sempre rimasto sul pezzo, attraversando rivoluzioni grandi e piccole, dalle connessioni gracchianti a 56k alla fibra ultraveloce, dal cd allo streaming, fino al ritorno del vinile, e chissà cos’altro ancora. Ha mantenuto inalterato il suo spirito giovane, pronto a raccontare la musica e tutto ciò che le gira intorno, in tempo reale.
Per il sottoscritto, più di una semplice routine: quasi dieci anni di recensioni, concerti e interviste, più o meno senza soluzione di continuità. E nel mezzo, tra i Cure, colonna sonora di sempre, e il faro Neil Young, ci sono le chiacchierate con Dente, le best next thing assieme ai grandi classici, come migliaia di parole digitate sulla tastiera, giornate trascorse a rincorrere il tempo e ricordi che mi sono rimasti appiccicati addosso.
Due in particolare restano indelebili: la mia prima pubblicazione, dedicata all’album della reunion degli Scisma, e la più recente trasferta a Londra per intervistare i Ghost.
Un’esperienza di lavoro fatta di suoni e di emozioni, che mi tiene sveglio fino a tardi, ma che, da nottambulo incallito, non cambierei per nulla al mondo. I miei vicini forse sì, ma questa, di certo, è un’altra storia.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma chi ha attraversato tre decenni senza mai perdere la bussola merita fiducia.
E anche una torta.

Simöne Gall

Quando Rockol nasceva ero adolescente e scambiavo ancora registrazioni su cassetta con gli amici. C'era la lira, il CD dominava e il vinile era tramontato (ma non per i collezionisti). Quasi nessuno sapeva cosa fosse internet. Detto questo, vorrei però evitare di avvalermi di perifrasi a effetto per cercare di veicolare in modo più suggestivo o efficace i miei auguri a Rockol per i suoi trent'anni. E nemmeno intendo ricorrere a concetti tecnicamente complessi per raccontare, in poche frasi, la mia esperienza di collaboratore con la stessa testata. Un'esperienza cominciata nel 2019 con qualche sporadica recensione, che si è evoluta man mano in un qualcosa di più solido, e che mi ha sin qui permesso di muovermi entro uno spazio armonioso come contributor: non solo per recensire (ancora più) album, ma anche per curare articoli di approfondimento (che afferiscono in prevalenza al contesto della storia del rock) e interviste a personaggi di rilievo (grazie a Rockol sono arrivato a tre dei miei idoli di sempre: Ian Astbury, Bobby Gillespie e Peter Murphy). Ah, e pure qualche live report. Rockol mi ha permesso di crescere nelle mie esperienze di analisi musicale e di creare contenuti che si spera possano sempre e prima di tutto fornire nuovi stimoli al lettore. Collaborare, da ultimo, con una testata di rilievo non può che essere un onore, nonché uno stimolo a migliorare in quel che faccio. E grazie a Rockol ho scoperto che dietro un artista può celarsi persino un'umiltà che non ti aspetti. Come quando, intervistando i Franz Ferdinand, il leader della band Alex Kapranos si è offerto di registrare lui, per me, la mia intervista (col suo iPhone), avendo appreso che per un problema tecnico non sarei riuscito a salvare le sue risposte alle mie domande (e venti minuti dopo averlo salutato, avevo già il suo file nella casella di posta, pronto da sbobinare). Ma non mi dilungo. Dico solo, senza piaggerie: un caro augurio a tutta la redazione.

Nino Gatti

Il mio primo contributo su Rockol risale al 6 gennaio 2003. L’ho ritrovato oggi, ancora presente su Google. Non si trattava di un vero e proprio articolo, ma di una mail inviata alla redazione, con l’intento di smentire una notizia ricorrente: l’ipotesi secondo cui i Pink Floyd avrebbero citato Rita Pavone in una loro canzone del 1971.
A distanza di 22 anni, poco è cambiato. Continuo a interessarmi della band inglese, mentre Rita Pavone rimane convinta che Roger Waters l’abbia omaggiata nel testo di “San Tropez”. Se il mio obiettivo era porre fine a questa controversia, non è stato raggiunto: ancora oggi la notizia riemerge ciclicamente online, rilanciata da fonti poco attendibili e da chi pratica il copia-incolla senza verifiche.
Nel frattempo, Rockol ha compiuto un percorso significativo, affermandosi (e confermandosi) come uno dei principali siti musicali italiani. Da alcuni anni ho il privilegio di contribuire con articoli che raccontano l’eredità artistica ed emotiva dei Pink Floyd e dei loro membri storici: Gilmour, Mason e Waters, senza dimenticare Syd Barrett e Richard Wright. Il mio è un contributo modesto, frutto di una passione personale (molto simile a una ossessione) che dura da decenni.
Considerando che trent’anni online equivalgono ad almeno tre ere geologiche, è notevole constatare come Rockol, nato nel 1995 — ai tempi in cui i modem arrancavano come una lumaca — sia oggi ancora attivo, veloce come non mai, autorevole e in splendida forma.
A proposito di splendente: “Shine On”, Rockol e buon trentennale!

Maurilio Giordana

Nel 1995 non esistevano Google, Wikipedia, YouTube e Netflix.
Non c'erano il Wi-Fi e il Bluetooth, non sapevamo nulla di social network e di realtà virtuale.
trent'anni fa non esistevano né gli smartphone né i bitcoin. Non era stato ancora inventato l'auto-tune, e nemmeno la musica trap (e forse di quest'ultima qualcuno non sentiva la mancanza).
Ma all'epoca non c'era nemmeno Rockol e vi posso assicurare che gli appassionati di musica, di quello, sentivano davvero il bisogno: un sito in italiano che raccontasse la musica in tutte le sue forme.
Buon compleanno, Rockol.
Forever young.

Elisa Giudici

ll mio rapporto con Rockol è abbastanza recente - i primi pezzi a mia firma sono andati online nel febbraio 2023 - e figlio delle trasformazioni più recenti del mondo editoriale. Le redazioni si sono smateralizzate e spesso oggi sono fatte di mail e chat sul cellulare. A oggi ho incrociato solo un paio di colleghi dal vivo, a qualche evento, anche se il dialogo con la redazione è continuo e costante, perché non è sempre facile capire per tempo quando la musica diventerà rilevante per come la racconto io su Rockol: nei film, nelle serie, nell’intrattenimento.
Il bello di scrivere per Rockol è avere la possibilità di sentirsi raccontare proprio questo ruolo della musica, quando non è centrale sulla scena ma rimane fondamentale per trasmettere emozioni, raccontare storie.
Ricordo per esempio quando abbiamo spuntato un’intervista con Rita Ora per un suo progetto con Disney - uno slot molto esclusivo e “sudato" - e dopo pochi minuti lei ha lasciato da parte l’approccio da diva per raccontarmi l’emozione di cantare sul set con Brandy, sua eroina di gioventù. O quando da un caffè di Berlino Toby L mi ha raccontato divertito di come i Blur ammazzassero il tempo tra una tappa e l’altra del loro concerto reunion, dimenticandosi del documentarista che li stava filmando.
Non capita spesso che quanti intervisti - quelli che oggi vengono chiamati “talent” - si mostrino nel loro lato umano. Spesso certe occasioni ce le hai perché chi controlla la loro agenda apprezza il racconto preciso, secco, ma anche partecipe e puntuale che Rockol fa della musica da 30 anni a questa parte. Nella mia esperienza Rockol è un grande biglietto da visita per essere al posto giusto nel momento giusto per raccontare il dietro le quinte della musica ai lettori, anche in contesti lontani dai palchi e dai concerti.

Andrea Laurenza

Quando Rockol nasce, “Common People” dei Pulp sta per debuttare direttamente al numero 2 delle classifiche britanniche. È l’estate del Britpop, i negozi di dischi sono pieni di gente, comprano un sacco di album e perfino di singoli su supporto fisico. Ha ancora senso parlare di rock per i brani che vendono o che fanno parlare. Pochi anni e tutto cambia, è il momento del download. iTunes cambia le regole del gioco smantellando la sacra unicità dell’album, con la vendita dei singoli brani. Dieci anni ed è il momento dello streaming, la playlist da oggetto di uso individuale diventa strumento centrale di scoperta e fruizione musicale. Nel frattempo, dalle classifiche scompare il rock, i gruppi sono sempre meno, è il momento dei solisti e, al più, delle collaborazioni. Nell'era delle playlist che si autogenerano all'infinito, si possono ascoltare canzoni senza sapere davvero chi le canta. In trent’anni è cambiato davvero tutto, ma Rockol.it è riuscito a raccontarlo. E sono sicuro che continuerà a farlo. Buon compleanno.

Simone Magnaschi

In un settore come quello dell’informazione che cambia alla velocità della luce, arrivare a 30 anni è un traguardo che parla di costanza, passione e tanto lavoro. Da 12 anni ho il privilegio di curare l’anima tecnologica di questa realtà: una parte spesso invisibile, ma essenziale per rendere accessibili contenuti, idee e visioni a chi ci legge ogni giorno.
Questo percorso lo abbiamo costruito insieme, giorno dopo giorno, con colleghi e collaboratori che hanno creduto nella qualità, nell'affidabilità e nell’innovazione. Il nostro mestiere è far parlare la musica, in tono autorevole e completo. Un grazie a chi lavora dietro le quinte per far funzionare tutto, anche quando sembra scontato, e un grazie ai lettori senza i quali noi non esisteremmo. Auguri Rockol!

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