"C'è stata una fiammata, ma poi il pubblico compera le cose più becere, e i sessantenni sono tornati in hitparade".
Altri seguono ora strade che lei ha sempre percorso.
"Nei primi Settanta ho trovato un'epoca che cercava il nuovo: inevitabilmente s'è sperimentato e ora ci si torna. Due cose ho superato da sempre: la competizione, che fa sì che un artista si vanti di pagare in un Festival truccato - e l'Italia è un paese del trucco -; e poi i complessi: perché da sempre ho fatto i conti con la mia natura, e se nel mio terreno può germogliare una margherita non è detto che sia inferiore a un'orchidea".
Progetti?
"Un'opera a Roma in occasione del Giubileo, 'Babilonia', con il multilinguismo visto come coesistenza di culture diverse; e sto concludendo 'Ascesa e caduta di Troia' per debuttare intorno al 2001. E poi forse potrò pensare seriamente al suicidio... anche se la casistica in materia è poco confortante: Milosevic ha avuto la madre che si è tagliata le vene, il padre che si è impiccato e lo zio che s'è sparato. Però ha dato ugualmente il peggio di sé».