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La storia di resistenza e sacrificio degli English Teacher

Dai club di Leeds a Glastonbury: la band è la più chiacchierata della scena indie rock britannica.
La storia di resistenza e sacrificio degli English Teacher

Lo scorso settembre hanno vinto il Mercury Prize, uno dei premi musicali più ambiti nel Regno Unito, con il loro album d’esordio “This could be Texas”. Gli English Teacher, originari di Leeds, sono diventati il primo artista non londinese in nove anni ad aggiudarsi il prestigioso riconoscimento: un fatto emblematico. Già, perché la musica del quartetto britannico composto da Lily Fontaine (voce, chitarra ritmica, sintetizzatori, piano), Lewis Whiting (chitarra, sintetizzatori), Douglas Frost (percussioni, cori) e Nicholas Eden (basso) è carica di un’attitudine così eversiva che fa dell’ambizione di sovvertire l’ordine costituito la missione degli English Teacher: dalla periferia al centro, dove la “periferia” e il “centro” non sono solo quelli geografici, ma anche istituzionali.

Non è un caso che la band abbia deciso di iscriversi - virtualmente - all’elenco di artisti della scena indipendente britannica che da mesi stanno portando avanti le istanze del Music Venue Trust, l’ente di beneficenza che lo scorso anno ha pubblicato un testo per invitare il governo del Regno Unito a porre attenzione alle lotte che l’ecosistema della musica dal vivo deve affrontare, a partire dalle difficoltà dei piccoli locali: «La situazione è assolutamente urgente. È una buona cosa che il tema sia diventato parte del dibattito nazionale. Quei luoghi ispirano le persone a prendere in mano degli strumenti», commentano Fontaine, Whiting, Frost e Eden, alludendo alle dichiarazioni alle quali si sono lasciati andare artisti come Ezra Collective e Myles Smith sul palco dei Brit Awards, chiedendo pubblicamente al governo di supportare gli artisti della scena indipendente e le piccole venue. I quattro musicisti si sono conosciuti nei corridoi del conservatorio di Leeds nel 2018. All’inizio avevano deciso di chiamarsi Frank e suonavano dream pop, prima di cambiare nome in English Teacher e cominciare a mescolare indie rock, art rock e post-punk: «La band che eravamo prima e la band che siamo ora sono così diverse tra loro. Abbiamo beneficiato del fatto di avere avuto il tempo per capire chi fossimo». Hanno esordito nel 2022 con l’Ep “Polyawkward”, pubblicato dall’etichetta indipendente Nice Swan Records, incensato dalla critica. Il New Musical Express lo ha definito «un Ep d’esordio deliziosamente aspro, che sembra uscire da una colonna sonora di irrequieto art-punk». E così sono arrivati i primi passaggi in tv, a partire da quello, nel novembre del 2023, nel salotto “Later… with Jools Holland”, spin-off del “Late show”, uno dei programmi più visti della tv britannica. Il Time ha definito la loro “Nearly daffodils” una delle migliori dieci canzoni del 2023.

L’album d’esordio sulla lunga distanza “This could be Texas” è uscito la scorsa primavera per Island, parte del gruppo Universal: la multinazionale ha dato il gruppo quella spinta necessaria per fare il grande salto. È così, ad esempio, che gli English Teacher con “The World’s biggest paving slab” sono finiti nella colonna sonora di EA Sports FC 24, il vecchio Fifa, il più celebre dei videogiochi sul calcio, in mezzo agli M83, a Skrillex, a Fred Again e altri. Non solo: per il secondo anno di fila, a giugno torneranno ad esibirsi sul palco del festival di Glastonbury, tra i raduni rock più attesi e commentati d’Europa. “The World’s biggest paving slab” è la loro traccia più popolare su Spotofy, con oltre 5 milioni di streams, oltre ad essere il brano più rappresentativo del loro stile, tra testi parlati e riff rock: «Scriviamo canzoni piuttosto irregolari e saltiamo spesso da un genere all'altro perché non riusciamo a deciderci».

Dietro al successo di “This could be Texas”, come ha scritto la rivista Daze, non c’è un balletto fatto davanti a uno smartphone, ma una storia di comunità, di battaglie per ottenere finanziamenti e di litri di sudore versati su palchi di club locali come il Brudenell Social Club, l’Hyde Park Book Club e di concorsi come il Come Play With Me e Music:Leeds, che tirano avanti non senza difficoltà, nell’indifferenza del governo britannico. Una storia di resistenza che affascina e commuove.

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