Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati i Maneskin. Era l’autunno del 2020 quando Damiano David e soci, qualche mese prima della vittoria al Festival di Sanremo e poi all’Eurovision Song Contest con quella “Zitti e buoni” che li avrebbe catapultati sul tetto del mondo, si fecero ritrarre da Oliviero Toscani, il grande fotografo scomparso questa notte all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. L’occasione fu l’uscita del singolo “Vent’anni”, con il quale la band lanciata da X Factor cercava un rilancio dopo la fisiologica crisi post-talent. Terminata la promozione dell’album d’esordio “Il ballo della vita” Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi e Ethan Torchio fecero i bagagli e partirono per Londra, alla ricerca di nuovi stimoli: “Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con tantissime realtà locali. Uscivamo la sera e ci infilavamo nei locali, ascoltavamo una media di tre band a sera: lì c’è una cultura diversa per quanto riguarda l’importanza riconosciuta alla musica, rispetto all’Italia”, avrebbero raccontato. In “Vent’anni” i quattro musicisti mettevano in musica l’euforia, ma anche l’inquietudine, della loro età (all’epoca Damiano, il più grande dei quattro, aveva 21 anni, mentre Thomas ne aveva 19), tra il peso dei giudizi e le incertezze sul futuro.
Lo scatto che Oliviero Toscani realizzò ai quattro immortalava perfettamente quella fase della vita di Damiano, Victoria, Thomas e Ethan: era una foto in puro stile Toscani, che ritraeva i quattro nudi e abbracciati. Un mix di sensualità e fluidità, tematiche che i Maneskin avrebbero incarnato di lì a poco con la loro musica: “Cercavamo qualcosa che rappresentasse l’ideale di libertà cui ambiamo. La prima cosa che viene in mente guardando la foto è quella della sessualità, dell’amore senza pregiudizi - raccontò Victoria De Angelis, la bassista, al Corriere della Sera - ma c’è anche un significato sull’essere completamente nudi, senza filtri”. L’immagine fu pubblicata su Instagram, dove fu censurata perché nello scatto si intravedeva il seno della stessa bassista: “Soltanto per un capezzolo? Non siete pronti per il resto”, ironizzarono i componenti del gruppo.
Oliviero Toscani era in qualche modo specializzato in ritratti rock. Prima dei Maneskin aveva immortalato grandi protagonisti della musica italiana e internazionale. Guadagnandosi la stima e il rispetto anche di veri e propri giganti. Come Mick Jagger. Era il 1973 quando il frontman dei Rolling Stones posò davanti all’obiettivo della fotocamera di Toscani, all’epoca già abbastanza affermato nel mondo delle pubblicità. La foto ritraeva un giovane Jagger nell’anno in cui uscì “Angie”, una delle canzoni più iconiche dei Rolling Stones: il ritratto fu scattato e sviluppato nel ’73 da Toscani nel suo studio a New York. Al 1973 risale anche un altro iconico scatto, quello che ritraeva Patti Smith: la futura Sacerdotessa del Rock non era ancora famosa quando Toscani la fotografò nel suo studio newyorkese. L’album “Horses”, che l’avrebbe lanciata, sarebbe uscito solo due anni più tardi, nel 1975.
Pochi mesi più tardi alla corte di Toscani si presentò un altro divo del rock: Lou Reed. Per l’ex frontman dei Velvet Underground il fotografo realizzò una serie di ritratti che furono poi utilizzati dalla Rca per il packaging di “Lou Reed Live”, l’album dal vivo del 1975 contenente la registrazione del concerto della rockstar all’Howard Stein Academy of Music di New York del dicembre del 1973.
Dalle rockstar internazionali a quelle italiane: nel 2014 Olivero Toscani fu chiamato da Gianna Nannini per firmare lo shooting fotografico legato a un’intervista concessa dalla rocker senese all’edizione italiana di Rolling Stone per presentare l’album di cover “Hitalia”. Per l’occasione, Nannini si fece fotografare senza trucco: “Dio è morto, io no”, recitava il titolo dell’intervista, che citava la cover di “Dio è morto” realizzata per quel progetto. Sempre in Italia, ma fuori dall'ambito rock, nel 2012 Toscani aveva anche ideato e realizzato la copertina di "Viaggiatore immobile" di Remo Anzovino: "Per un autore di musica strumentale, all’inizio della propria carriera, fu un aiuto di valore artistico inestimabilie", lo ha ricordato il pianista.