“Danza Kuduro” era finita nell’oblio, poi è arrivato Conceição

Se il reggaeton oggi è ovunque, il merito - o la colpa - è di questa hit, tornata ora in tendenza.

Il suono di una fisarmonica, un ritmo reggaeton, un testo perfetto per i balli di gruppo sotto il palco di qualche sagra di provincia: “La manos arriba, cintura sola / da media vuelta, danza kuduro / no te canses ahora que esto solo empieza / mueve la cabeza, danza kuduro”. È l’estate del 2011 quando anche l’Italia scopre “Danza kuduro”, tormentone made in Porto Rico firmato da tali Don Omar e Lucenzo, che da qualche mese aveva cominciato a scalare le classifiche dall’altra parte dell’Atlantico. Fuori dal mondo latinoamericano William Omar Landrón Rivera e Luís Filipe Fraga Oliveira, questi i veri nomi di Don Omar e Lucenzo, fino a quel momento erano due perfetti sconosciuti: nessuno ne aveva mai sentito parlare e se non fosse stato per “Fast & Furious 5”, nella cui colonna sonora era finita la loro canzone, probabilmente quella “Danza kuduro” - nata peraltro come una rielaborazione di un brano già pubblicato da Lucenzo, “Vem dançar kuduro”, che però non aveva avuto grande fortuna - sarebbe rimasta un fenomeno circoscritto. Invece “Danza kuduro”, accompagnata da un trashissimo videoclip che mostrava i due cantanti su uno yacht in compagnia di formose ragazze in costume, contribuì a sdoganare il reggaeton nelle classifiche statunitensi ed europee, vendendo 5 milioni di copie negli Usa e 2,5 milioni di copie al di quà dell’Atlantico. A proposito: il kuduro citato nel brano è uno stile di ballo - e un genere musicale - dell’Angola, nato come rito per rendere omaggio alle vittime della guerra civile che tra gli Anni ’70 e i primi Anni Duemila devastò il paese, quando alcuni musicisti iniziarono a mescolare tra loro ritmi di generi come calypso e soca, prima di diffondersi fuori dal paese con l’immigrazione in Portogallo di cittadini angolani. Finita nell’oblio della discografia mondiale dopo quel clamoroso exploit iniziale, a distanza di quindici anni dalla sua uscita “Danza kuduro” torna ora in tendenza. E il merito - o la colpa, a seconda dei punti di vista - è di Sérgio Conceição, il nuovo allenatore del Milan.

È proprio sulle note di “Danza kuduro” che l’allenatore portoghese ha ideato il balletto con il quale è ormai solito celebrare le vittorie di trofei: il sigaro in bocca, la mano sul ventre, un passo preso in prestito dalla salsa. La scena, vista già ai tempi in cui l’ex centrocampista di Lazio, Parma e Inter allenava il Porto, club con il quale si fece conoscere dal mondo intero quando indossava ancora gli scarpini e con il quale da tecnico ha vinto tre campionati portoghesi, tre supercoppe di Portogallo, quattro coppe nazionali e una coppa di lega, è stata riproposta lunedì notte nello spogliatoio del Milan al Al-Awwal Park, lo stadio di Riyad - in Arabia Saudita - che ha ospitato la finale della Supercoppa italiana. Arrivato sulla panchina dei rossoneri lo scorso 30 dicembre dopo l’esonero del connazionale Paulo Fonseca, Sérgio Conceição è riuscito prima a portare Theo Hernández e soci in finale battendo la Juventus di Thiago Motta e poi, lunedì sera, ha visto i diavoli rendersi protagonisti di una clamorosa rimonta contro l’Inter di Simone Inzaghi: dopo essere andati in vantaggio di due reti, i nerazzurri nel secondo tempo hanno incassato le reti dello stesso Hernández, di Christian Pulisic e, durante il recupero al termine dei 90 minuti, di Tammy Abraham. Conceição è riuscito così a vincere il suo primo trofeo da allenatore del Milan.

Lo spettacolo, al termine della partita, si è spostato proprio nello spogliatoio dei rossoneri. Qualcuno ha fatto partire dal cellulare “Danza kuduro” di Don Omar e Lucenzo, Conceição ha rimediato un sigaro e, dopo averlo acceso, si è scatenato sulle note della hit: “I giocatori a fine partita mi hanno detto subito che dovevo ballare”, ha detto poi, commentando il siparietto, diventato virale sui social in Italia e all’estero (su TikTok “Danza kuduro” è stata usata in 1,2 milioni di clip).

Se alla fine dei giochi “Danza kuduro” ha lasciato un segno più profondo di quanto (non) si pensasse all’epoca - su Spotify a distanza di quindici anni dalla sua uscita il brano conta 1,8 miliardi di streams, mentre su YouTube il videoclip conta 78 milioni di visualizzazioni - di Don Omar e di Lucenzo in questi anni si è persa ogni traccia. Nessuno dei due è stato capace di ripetere, da solista, il successo di quella hit. Lucenzo non pubblica un album da quattordici anni: l’ultimo rimane proprio quello di cui faceva parte “Danza kuduro”, “Emigrante del mundo” del 2011. Don Omar nel 2017 annunciò il ritiro dalle scene. La scorsa primavera ha annunciato di avere il cancro, ricevendo un’ondata di affetto da parte dei fan. Le cure hanno fatto effetto e quest’estate il cantante è tornato ad esibirsi dal vivo, dando il via a un tour intitolato “Back to reggaeton”, che promette - e suona quasi come una minaccia - di portare in tutto il mondo.

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