Sia Kate Isobelle Furler si è lanciata nel musicbiz mantenendo solo il primo nome. Oggi la musicista australiana compie 49 anni. Noi la festeggiamo proponendovi la recensione dell'ultimo dei suoi dieci album, "Reasonable Woman".
Sia è un camaleonte. Dove la metti sta: si adatta al contesto mimetizzandosi, rimanendo però sempre fedele a sé stessa, coerentemente incoerente. Lo confermano i quindici brani contenuti in questo “Reasonable woman”, primo album di inediti della cantautrice australiana - una vita passata dietro le quinte a scrivere hit per altri, da “You lost me” di Christina Aguilera a “Diamonds” di Rihanna, prima della svolta del 2014 con “Chandelier” - in addirittura otto anni. Guai a pensare che Sia Kate Isobelle Furler, questo il suo vero nome, dopo l’uscita di “This is acting” del 2016 sia rimasta a girarsi i pollici: nel 2017 ha pubblicato l’album natalizio “Everyday is Christmas”, nel 2018 ha fondato insieme a Labirinth e Diplo il supergruppo LSD (avete presente le hit “Genius”, “Audio” e “Thunderclouds”? Ecco, quelli), nel 2021 ha firmato la colonna sonora del film “Music”, il suo esordio alla regia (un flop sia critico che commerciale).
E poi i duetti con praticamente chiunque, da Zayn ai Bts, dai Major Lazer a Sean Paul, passando per Arca. “Reasonable woman” raccoglie materiale al quale Sia ha lavorato in tutti questi anni insieme a hitmaker come Benny Blanco, Jesse Shatkin, Greg Kurstin, Labirinth. Le canzoni, tutte diverse tra loro per sonorità, atmosfere e sapori, sono tutte potenziali hit radiofoniche: del resto scrivere hit pensate per rivelarsi tali la specialità della casa e anche stavolta Sia non delude, pazienza se poi il disco suoni più come una sorta di greatest hits che come un album con un’identità precisa e con un’idea al centro. Ci sono almeno due pezzi che però spiccano sugli altri.
Uno è il singolo “Gimme love”, power pop antemico e martellante, perfetto per essere cantato a squarciagola dalle arene gremite. L’altro è il duetto con Kylie Minogue - ma tra gli ospiti ci sono anche l’iconica Chaka Khan, Tierra Whack, Kaliii e pure Paris Hilton, in “Fame won’t love you” - su “Dance alone”: la reginetta del pop Anni ’80 e ’90 ricambia il favore dopo che Sia nel 2014 aveva firmato per lei “Sexercize” e “Kiss me once”. La cantautrice australiana si conferma capace di indossare mille costumi diversi, uno per ogni occasione, scatenandosi su pezzi come “One night” e andando molto più in profondità su “I head a heart”, quest’ultima scritta insieme a Rosalía (e non lo diresti: non c’è nulla che ti faccia pensare che c’è lo zampino della superstar spagnola).