Era ora che si riscoprisse anche Teresa De Sio

La voce della brigantessa torna a risuonare, grazie a Napoleone e a una nuova "Voglia e turnà".

Era ora che si riscoprisse anche Teresa De Sio. Nel revival del Neapolitan power che in questi anni è stato il filo conduttore che ha legato gli exploit di Nu Genea, Fitness Forever e Tropico, oltre al compianto - e mai sufficientemente omaggiato e celebrato - Pino D’Angiò non poteva rimanere esclusa la regina della scena. A riscattare la voce di “Voglia ‘e turnà” ci pensa Napoleone, che a quarantadue anni di distanza dall’uscita del tormentone ha deciso di pubblicare una nuova versione del brano insieme alla stessa Teresa De Sio.

Il cantautore e produttore di origini campane, che dopo aver firmato hit per Gaia e Michele Bravi in questi ultimi anni è stato abilissimo a ritagliarsi un posto tutto suo nel nuovo Neapolitan power con canzoni come “Appuntamento al lungomare”, “Anna è tornata” e “Ragazza del mare”, ha ripescato il brano da quello che è forse l’album più iconico della De Sio, l’eponimo “Teresa De Sio” del 1982, registrato magnificamente da una superband composta da alcuni dei geni dell’originale Neapolitan power, dal bassista Gigi De Rienzo (l’uomo che forgiò il suono del Pino Daniele di “Nero a metà”) al percussionista Tony Esposito, passando per il pianista Ernesto Vitolo e il chitarrista Francesco Bruno: “La vita di un fuori sede parte quasi sempre allo stesso modo: Una casa spoglia, pochi metri quadri da arredare, qualche mensola e delle pareti ingiallite alle quali sarebbe meglio ridare il bianco. E fu così che in quel periodo, durante una delle mie passeggiate domenicali, mi soffermai a sfogliare una cesta di vinili in un mercatino di Torino. Tra un Fausto Papetti e l’altro, ecco che la vedo spuntare. Lei. Bella come una madonna, voce di uno dei pezzi più iconici della canzone napoletana, compagna di viaggio e colonna sonora di ogni andata e ritorno. Quel vinile è rimasto per mesi l’unico elemento d’arredo capace di farmi sentire a casa in un appartamento spoglio da fuori sede. Sono passati un po’ di anni e il destino ha voluto che quel disco ritornasse da me chiedendomi di restituirgli il favore e di riportarlo a casa. Spero di averlo fatto nel modo giusto”, racconta.

L'operazione è stata naturalmente approvata dalla stessa Teresa De Sio, oggi 72enne, che con la sua straordinaria carriera e il ruolo centrale avuto nella diffusione della cultura musicale napoletana nel pop cosiddetto “mainstream” si è convinta a prestare ancora una volta la sua voce a un brano che ha segnato un’epoca. Con quel groove disco funky valorizzato dalla produzione di Giordano Colombo - già al fianco di Colapesce e Dimartino, Fulminacci e Gazzelle - “Voglia ‘e turnà” a distanza di oltre quarant’anni dall’uscita della versione originale diventa oggi il racconto moderno di un legame eterno con Napoli, che resta sempre viva nei cuori di chi è lontano. Non solo: questa versione suona, un po’ romanticamente, come il manifesto del ritorno di Teresa De Sio, artista capace di tracciare un percorso artistico originale e audace, tutto suo. Era il 1980 quando la cantautrice, che si era già fatta notare nei Musicanova di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò, uno dei gruppi simbolo della world music e del combat folk partenopeo di fine anni '70, e che nel 1978 aveva già provato a farsi strada come solista con un disco di "villanelle popolaresche" cinquecentesche, consegnò al mercato "Sulla terra della luna": quelle undici canzoni, ben inserite nella tradizione popolare partenopea ma con uno sguardo rivolto fuori dai confini di Napoli (di quel disco faceva parte anche "Nanninella", un brano che le era stato regalato da uno degli astri nascenti della "nuova" musica partenopea, Pino Daniele), rappresentarono a tutti gli effetti l’inizio dell’avventura della brigantessa, così come sarebbe stata soprannominata per via di quell’attitudine ribelle e anticonformista.

In questi anni si erano un po’ perse le tracce della cantautrice napoletana, che quando nel 2019 tornò sulle scene con un album di inediti dopo otto anni, “Puro desiderio”, scelse la via dell’autoproduzione e disse: “Da quando ho preso questa decisione ho avuto difficoltà professionali, economiche e carrieristiche, ma come donna e come artista ho avuto una crescita esponenziale potente. Altrimenti, riscriverei sempre la stessa canzone come fanno molti miei colleghi, io non ne sono capace. Rinuncio volentieri ai gioielli e alle ville al mare pur di restare un'autrice libera il più possibile”. In quel disco, a testimonianza del coraggio e della curiosità della De Sio, c’era anche un duetto con Ghemon, “In un soffio di vento”, che non bastò a sdoganare l’artista. Forse i tempi non erano ancora maturi. Meglio tardi che mai.

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