La Drilliguria si ritrova nel disco di Disme

Tedua, Bresh e Izi sono in “Lieto fine”, il nuovo album del rapper spezzino.

“Questo non è un disco per le classifiche, è per me. È un album rap, non per arrivare primo, ma per esprimermi”. “Lieto fine” segna un’ulteriore evoluzione nel percorso artistico di Disme e offre continuità alla trilogia inaugurata nel 2016 con “Vivo Male”, il primo album pubblicato da indipendente su Youtube, seguito da “Mala Vita” (2018) e da “Malverde” (2020). Il suo è un rap che tratteggia “il male di vivere”, citando, con tutte le debite proporzioni, la poetica di Eugenio Montale. Il progetto del rapper spezzino riflette una prospettiva matura e autentica sulle sfide quotidiane e sulle tentazioni della vita di quartiere, senza tralasciare argomenti cari come la speranza e le relazioni, siano esse d’amicizia o d’amore, che vengono raccontate con un linguaggio diretto.

Disme mette al centro del suo rap storie di crescita e introspezione, invitando gli ascoltatori a non perdere di vista ciò che conta davvero, nonostante le rovine che ci circondano. “Il titolo sembra quasi una trappola – ha raccontato il rapper - io non ho mai parlato positivamente del domani, in nessuna canzone. Nel pezzo ‘Vattene’ con Massimo Pericolo dico proprio che il ‘lieto fine’ non esiste. Guardati intorno, tu vedi positività? La gente si ammazza e tradisce, e spesso a farlo non sono solamente individui distanti da noi, ma quelli che consideravamo ‘amici’. Anche l’amore come sentimento mi sembra fortemente in crisi. La speranza è l’ultima a morire, inseguirla non è mai sbagliato, ma quello che ci circonda si sta sempre di più sgretolando”. Andrew Majuri, questo il suo vero nome, classe 1993, è accompagnato dall’inseparabile ciurma piratesca ligure, composta da Tedua, Bresh e Izi, tutti componenti del collettivo Drilliguria e presenti in tre brani del progetto. Spazio anche ad altri ospiti: Massimo Pericolo e Don Pero. Per Disme la musica è una sorta di terapia, “è il mio psicologo”, ama ripetere, è lo strumento ideale in cui rifugiarsi per scappare dalla società in cui è inevitabilmente immerso, un elemento in cui le sue riflessioni più intime e profonde possono davvero trovare ascolto.

In “Manca l’aria” con Bresh, canta in modo provocatorio: “Scriverò una canzone d’amore che parla di armi e droga”. “È come un incontro tra bene e male. Nella frase che hai citato si cela la volontà di trasformare le difficoltà in qualcosa di positivo, di comunicare che, anche nelle situazioni più difficili, è possibile trovare un lato buono – ha continuato - la droga e le armi ammazzano le persone, sono terribili, ma con una canzone puoi provare comunque a far innamorare, andando oltre quel buio”. Non è finita: “‘Sbagli te’ con Tedua è un remake di una mia vecchia canzone in cui ci sono delle emozioni pure, per me immortali, che la gente ha apprezzato. Per questo ho voluto rielaborarla. Sono quei sentimenti a far durare i pezzi nel tempo e, perché no, anche a consolare”, ha sottolineato.

Disme e Izi si alternano e si uniscono in un gioco di voci perfettamente bilanciato in “Latitanza”, un brano pubblicato due anni fa e ora inserito dentro “Lieto fine”, proseguendo il percorso di avvicinamento del rapper spezzino al mondo latino iniziato con un’indagine dentro il genere dembow che ha conosciuto grazie alla multietnicità di alcune zone della sua Spezia dove risiede la comunità dominicana. “A salvarmi, in un periodo duro della mia vita in cui credevo di aver chiuso con la musica a causa di un problema alle corde vocali, poi risolto con una delicata operazione, ci ha pensato anche La Spezia e piazza Brin – ha concluso - da lì, connettendomi con la comunità dominicana spezzina, ho realizzato dei pezzi di genere dembow, portando in alto l’anima multiculturale della mia città e contaminando, in quel periodo, il mio rap. È stato un successo e senz’altro continuerò anche su quella strada musicale in futuro. ‘Lieto fine’ è un disco più rap che chiude un ciclo della mia vita e ne apre un altro”.

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